Dalla Chiocciola alla Rai: Giuseppe Calabrese in arte “Peppone”

La mia esperienza a Siena, nella Chiocciola!

Quando un anno fa gli autori della “Prova del cuoco” mi chiesero se volevo andare in giro per l’Italia cominciai a sognare una puntata dedicata a Siena.

panorama di Siena

Iniziai così a parlare della mia Chiocciola ad Angelo (il grande capo), Alessandra (l’autrice) e ad Andrea (il regista).

L’inizio è sempre complicato: Per chi tifi? Quanto costa il cavallo? E metti il foulard? E’ vero che per il Palio i poveri studenti non riescono a dormire?
Armato di santa pazienza ho sempre provato a trasferire quel qualcosa che, se non hai dentro, è difficile da far capire.
L’idea era di raccontare Siena partendo e finendo dove tutto nasce: la contrada nei giorni normali. Il tema poteva andare bene per la “Prova del cuoco” un programma seguito da 3 milioni di persone. Dovevo però far accettare alla produzione che l’intera puntata non fosse girata in città, ma solo nel rione di San Marco così da provare a far capire quello che avevo dentro. L’ho avuta vinta, ma è stata dura.
C’era poi da superare la terza battaglia, la più complicata per me che ho sempre guardato con ammirazione e rispetto qualunque attività fosse svolta nel rione e ho sempre cercato di capire cosa muovesse tutta questa gente fino al giorno che cambiò la mia vita, ovvero quando mi avvicinai a Beppe per fargli le condoglianze per la perdita del papà.
Conobbi subito quel meraviglioso uomo che è Beppe Scala e con lui Franco (diciamo pure che come ci sono “le figlie e le mogli di Beppe e Franco” ci sono anche io, l’amico di Beppe e Franco).
Poi incontrai Bibi, il Pii, il Calzoni, Pennello e le loro splendide famiglie, ed ancora Altero con le adorate nipotine Denise e Lucrezia e Giulio, il presidente.
Con loro ho trascorso giornate indimenticabili. Sentivo famiglia Valentina, Vittoria, Sarah e quando è nata Matilde ho provato la sensazione di essere “zio”.
Nella vita quotidiana però c’erano tempi differenti: ad un certo punto loro andavano in “società” ed io mi ritiravo a casa. Non riuscivo a varcare quella soglia, era sacra per me, mi sembrava di violare l’intimità di una comunità.

Tutto però ha un tempo, tutto accade se deve essere.
Una sera mi ritrovai di fronte a un muro di gente proprio davanti “società”. Mentre cercavo uno spiraglio per proseguire, un volto conosciuto mi si fece incontro e disse: “lui è con me!” Mi tirò dentro. Era Davide Sodi, sapeva che ero “l’amico di Beppe”. Quella sera conobbi Davide, Maurizio, Pestum, Badini, Ghigno, Nicola, Michelone e Claudio, molti dei “brutus”.

Tuttavia mi sentivo ancora “di troppo”. Così la correttezza si impose sulla timidezza e chiesi di diventare protettore.
Ho sempre cercato di non essere invadente, di ascoltare, di osservare. Tanti sono gli eventi memorabili, su tutti: la prima volta che entrai in chiesa per la benedizione del cavallo e il mio battesimo con Beppe al mio fianco.

Tornando alla puntata, c’era da superare l’ultima difficoltà per costruirla come l’avevo immaginata. Avevo bisogno del popolo della Chioccola. Contattai Beppe e tramite lui il priore e poi Sonia che ha dovuto ascoltare le mie mille raccomandazioni su quello che volevo trasferire, sul come, sulla delicatezza che volevo usare.
Avevo bisogno di Sonia per tradurre questo sentimento, ero debole nei confronti di questa forza dirompente che è il sentirsi parte di una comunità. Sonia è stata perfetta e preziosa tanto che anche dalla redazione Rai mi dissero: “tranquillo c’è Sonia”.
Tutto poi si doveva legare con l’esigenza del regista che pensavo si sarebbe mosso come un elefante tra i cristalli. Per due notti non ho dormito. La sera prima delle riprese ho voluto che Andrea conoscesse la mia famiglia senese e siamo andati a cena in San Marco, in società, in chiesa e al museo con Alessandra come cicerone, per far capire quanto tutto fosse vero, intimo ed importante.
Non era una puntata come le altre. Era la mia puntata! Il giorno delle riprese ero in un vortice di emozioni: in cucina prima, al banchetto, con le donne, alla fontanina e per finire in società con tutti i chiocciolini che hanno fatto si che si realizzasse questo bellissimo sogno.
Mi sento chiocciolino e, a modo mio, mi sento parte di voi.  Spero di aver ricambiato l’affetto che mi avete donato durante i miei anni a Siena. W la chiocciola.

Questo il link della puntata dove troverete anche due ricette facili da riprodurre
prova del cuoco nella chiocciola

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