palio di Fucecchio, Contrada Ferruzza: “Festa Titolare della Contrada”

Festa della Madonna dell’ Assunta

“15 Agosto”

La festa era salutata con uno scampanio che si protraeva per tutta la mattina. Nella chiesetta della Ferruzza vi venivano celebrate tante messe.
Le massaie della Ferruzza si impegnavano allo spasimo per cucinare al meglio le anatre che avevano allevato nella via : era d’obbligo la pastasciutta nella nana.
Ma la vera festa iniziava subito nel primo pomeriggio. Tutti gli insuesi non volevano mancare alla partenza della gara ciclistica di cui l’animatore era l’indimenticato Gosto, il riparatore delle bici. La sua bottega per chi sale la via della Ferruzza si trovava sul lato destro subito dopo l’attuale barberia.
Dopo aver assistito alla partenza i bravi insuesi , in attesa dei vari passaggi dei ciclisti dall’incrocio della Ferruzza, non disdegnavano di bere un mezzino fresco (bicchiere di vino) da bocco ora dal Taviani.
Alle 16 cominciava lo struscio (il passeggio) in viale Buozzi che per un giorno soppiantava quello di Viale Gramsci. Gruppi di ragazze , di giovanotti , coppie di sposi passeggiavano nel tratto che va dallo stadio alla piazzetta della Ferruzza in attesa che “uscisse” la processione con la banda. Durante questo struscio si fermavano alle bancarelle disposte sui lati del viale e nelle due piazzette della Ferruzza e nell’area antistante la chiesetta.
Alla Ferruzza erano schierati anche i gelatai con il loro imponenti tricicli pavesati; c’era Becio che confezionava granite dai colori sgargianti: cosa non avrei fatto per poterne gustare una con tutto quel ghiaccio grattugiato.
Non dimenticherò mai i colori degli sciroppi che facevano mostra di sé in bottiglie dal vetro trasparente. E tutti i venditori erano vestiti di bianco.
Facevano eccezione soltanto i venditori di cocomeri dislocati lungo la salita della Ferruzza. Prima dell’uscita della processione si svolgeva la corsa dei sacchi lungo l’erta della via vecchia della Ferruzza.
Il traffico pedonale conosceva qualche momento di sosta allorché passava la processione.
Gli spettatori erano foltissimi. Quando la processione era passata e rientrava in chiesa la festa ridiventava effervescente. L’ultima gara, quella del palio della cuccagna elettrizzava tutti.
Chi rideva, chi tifava, chi scommetteva, e dopo il Palo, il concerto della banda. Le donne ritornavano a casa , gli insuesi rimanevano. Al termine del breve concerto ogni insuese, per tradizione, acquistava un cocomero; “Senza il cocomero non si riconoscerebbe nemmeno la festa” dicevano gli insuesi.
Quella sera nemmeno mio padre andava a fare la partitina: tutti gli insuesi avevano fatto il pieno di bevande dorate e rosse. E qualcuno traballava pure.

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