Palio di Fucecchio: Stregati dal cencio… doppio

Neri dedica il drappo a San Pietro Igneo e dipinge anche un fantino sul retro

San Pietro Igneo che attraversa indenne i carboni ardenti stringendo nella mano destra un crocifisso, tra le fiamme dorate. È questa l’immagine che da ieri sera è entrata nel cuore e nel libro dei sogni di ogni contradaiolo. L’architetto e fumettista Marco Neri ha deciso di dedicare il “suo” secondo cencio (dopo quello del 1994) a Pietro degli Aldobrandeschi, che 950 anni fa arrivò a Fucecchio per dirigere l’Abbazia di San Salvatore. Il fatto più saliente della sua vita avvenne nell’anno 1068 nei pressi di Badia a Settimo, nei dintorni di Firenze. L’episodio si inserisce nella lotta contro l’investitura simoniaca del vescovo di Firenze Pietro Mezzabarba condotta dallo stesso e da San Giovanni Gualberto. L’episodio suscitò grande scalpore tra i fedeli del tempo. Pietro, per dimostrare l’attendibilità delle tesi sostenute da Giovanni Gualberto, si sottopose volontariamente al giudizio di Dio, camminando su una distesa di carboni ardenti e restando miracolosamente indenne. Per questo motivo fu detto Igneo, e fu immediatamente fatto oggetto di una particolare devozione popolare. A Pietro (Igneo, proprio perché indenne dal fuoco), è dedicato anche l’ospedale fucecchiese.

I motivi. «Il tema del cencio – ha spiegato Neri – è quello della prova: così come Pietro attraversò le fiamme confidando in Dio, allo stesso modo domenica i fantini e i cavalli entreranno nel catino infuocato della Buca per vincere. E anche in quel caso a decidere sarà il giudizio di Dio». Le stesse parole – “Iudicium Dei” in latino, che campeggiano sul retro del cencio, sopra un fantino con il nerbo alzato, in primo piano insieme al suo cavallo, con altri tre mezzosangue a completare un cencio originale, dipinto fronte-retro (con i simboli delle contrade alla base delle “fiamme”), accolto dall’entusiasmo di migliaia di fucecchiesi, che hanno colorato piazza Vittorio Veneto e si sono messi in fila per andare a fotografare l’insolito “lato B”. E come sempre in tanti – per scaramanzia – hanno toccato il drappellone (mentre passava tra la folla) col proprio fazzoletto di contrada per accattivarsi la buona sorte, che nel Palio è la padrona assoluta.

Il sorteggio. Nel corso della serata c’è stata anche l’estrazione dell’ordine di sfilata di domenica mattina (dalle ore 9.30, con partenza da piazza Moro). A fare gli onori di casa c’erano il sindaco Alessio Spinelli e l’assessore Daniele Cei; presente anche il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani. Come di consueto la sfilata sarà aperta dalla contrada campione in carica, in questo caso Sant’Andrea; poi Querciola, Borgonovo, Botteghe, Porta Raimonda, San pierino, Porta Bernarda, Ferruzza, Samo, Cappiano, Massarella e Torre a chiudere il corteggio storico.

La notte dei sogni. E stasera, intanto, è la volta della tratta, nella cornice di piazza Montanelli. Si tratta del momento più decisivo di tutta la settimana del Palio, in quanto l’assegnazione dei cavalli quasi sempre fa la differenza negli equilibri palieschi. L’appuntamento è alle ore 21.30, anche se spesso i tempi dei riti “di Palio” si dilatano. Toccherà a due bambini di Massarella pescare dalle urne i nomi di cavalli e contrade, che verranno così accoppiati fino a domenica. L’anno scorso toccò ai bimbi di Ferruzza, che portarono fortuna a Sant’Andrea, vincitrice 4 giorni dopo in Buca. Le contrade arriveranno in piazza cantando, con le persone attaccate e abbracciate, per poi confluire nei rispettivi spazi nella principale piazza cittadina. Scene molto intense, che lasciano il segno in chi le vive e anche in chi vi assiste. Anche Il Tirreno seguirà l’evento, con una diretta Facebook sulla propria pagina (www.facebook.com/IlTirreno.Empoli/), per far conoscere a tutti gli appassionati di Palio gli umori e le evoluzioni della tratta, con gioie e dolori in base alle scelte della dea bendata. Un rito che dura alcune decine di minuti, durante i quali le migliaia di persone trattengono il respiro in attesa del responso dell’assegnazione. Quest’anno, visto il lotto omogeneo che si prevede, ci potrebbe essere un buon numero di contrade che uscirà felice da piazza Montanelli. Detto questo qualcuno resterà deluso e qualcun

altro indifferente, dopo aver ricevuto un cavallo non da vittoria ma al massimo da finale. Discorso diverso per chi ha la contrada rivale, perché in quel caso i Palii da correre sono due: uno per vincere, l’altro per non far trionfare il nemico.

Fonte: Il Tirreno Edizione Empoli

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