Palio di Fucecchio: Due chiacchiere col “Mossiere” Renato Bircolotti

Lo starter di Castiglion Fiorentino al rientro dopo 3 anni «Ma per domenica niente previsioni, sono scaramantico»

Di quel che sarà il suo ritorno sul verrocchio amico/nemico di Fucecchio non ne vuole ancora parlare, per scaramanzia. Ma uno dei protagonisti del Palio di domenica sarà sicuramente Renato Bircolotti, al rientro in Buca dopo due anni di assenza. Spera – Bircolotti – che lunedì mattina possa fare un’analisi “serena”, al termine di un Palio dove tutte le contrade hanno avuto modo di provare a dire la loro. Ma ciò che balza all’occhio, comunque, è il suo ritorno: questo perché lo starter di Castiglion Fiorentino è il mossiere “storico” del Palio di Fucecchio da quando c’è la tratta.

Quello di domenica sarà per lui il nono Palio sul verrocchio fucecchiese: dalla doppietta nel 2005 (palio ordinario e straordinario), al 2007, 2008, 2009, 2012, 2013, 2015 e adesso 2018. Un “regno” intervallato dall’arrivo a Fucecchio dei vari Daniele MasalaGennaro Milone ed Enrico Corbelli. Un dato statistico: degli otto palii con Bircolotti due a testa li hanno vinti Sant’Andrea (2009, 2012), Porta Bernarda (2005 straordinario, 2008) e San Pierino (2005, 2007), poi una vittoria ciascuno per Torre (2013) e Querciola (2015). Di sicuro la scaramanzia di Bircolotti trova radici nelle situazioni che si è trovato a vivere a Fucecchio, non sempre dipendenti dalla sua gestione: nel 2007, ad esempio, era a “governare” la mossa quando Porta Raimonda “scese” Porta Bernarda; e c’era anche nel 2015, quando Torre fece più o meno la stessa cosa con Massarella.

Frequentemente palii complicati, spesso e volentieri mosse lunghe ed estenuanti, anche perché il perfezionismo di Bircolotti gli fa sempre ricercare l’allineamento perfetto dei cavalli, che però non sempre è reperibile in pochi minuti. Ma di questo il mossiere parlerà a Palio finito, a bocce ferme. Resta da capire come mai abbia deciso di rientrare (nuovamente) in un mondo – quello del Palio – che aveva lasciato per riposarsi: «In 53 anni di vita già tre volte mi sono fermato – spiega – ma poi non ho resistito e sono rientrato. Alla fine ci può stare di prendersi dei periodi di pausa, perché la vita non è soltanto lavoro».

Oltretutto Bircolotti non è un mossiere che fa soltanto questo: la maggior parte della sua attività lavorativa si svolge in ippodromo, dove fa lo starter per le corse regolari. Oggi sarà a Capannelle, domani e fino a venerdì a Fucecchio, poi sabato Milano e nuovamente Fucecchio domenica, per la corsa più attesa. Un universo che ruota attorno ai cavalli, per farla breve. Del suo riavvicinamento con il Palio di Fucecchio – con il quale non si era lasciato benissimo nel 2015 – si vociferava da tempo: un percorso fatto a piccoli passi ha poi permesso di limare i dettagli e di riportare lo starter a fare il mossiere nell’ex cava d’argilla.

A lui adesso la patata bollente di una corsa che si preannuncia equilibrata, visto il lotto di cavalli con un buon numero di animali competitivi per fare una carriera quantomeno dignitosa. I dettagli, quindi, faranno la differenza, specie se fra i cavalli non ci dovessero essere troppe categorie di differenza. E il mossiere, che in questa circostanza è una figura di garanzia, ha il compito di dare buona o meno la mossa, che però è prerogativa della contrada di rincorsa, che entrando fra i canapi dà

il via alla competizione. L’auspicio di Bircolotti – anche se non lo dice per scaramanzia – è quello di non influire sulla corsa, di non essere protagonista, ma soltanto garante. Perché come nel calcio, quando si parla dell’arbitro, non è mai un bene.

Fonte: Il Tirreno Edizione Empoli

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