Palio di Legnano: Il Santo, La Storia di San Martino

La leggenda narra che un palafreniere, esercitando cavalli focosissimi, si perse nella boscaglia. Tornato indietro, s’imbatté in un giovanissimo boscaiolo che raccoglieva legna. Ragazzo, disse il palafreniere “mi sai dire dove mi trovo e quale via devo prendere per tornare al mio re che m’aspetta?”.
Il boscaiolo tolse un virgulto da una pianta di gelso e con quello fece segno verso il cielo. Il palafreniere alzò lo sguardo e vide tra gli alberi un quadrato di cielo limpido e in mezzo una candida croce. Il legnaiolo fece segno nella direzione di uno dei bracci della croce e poi disse: Vai sicuro dal tuo re e Dio ti protegga con lui”. Il palafreniere voleva dare una mercede al giovinetto, ma questi non volle nulla in cambio, solamente il permesso per sé e per la sua gente di fregiare la casa e le vesti con la croce apparsa nel cielo. Quella fu il segno della gente di San Martino.

Un’altra più recente leggenda riferisce di un pastorello smarritosi per inesperienza nella pianura attorno alla cappella, sui cui ruderi sorse nel ‘700 l’attuale chiesetta, il primo giorno in cui aveva guidato le pecore al pascolo. Quando ormai aveva perso ogni speranza e stava scoppiando a piangere impaurito, alzò gli occhi verso l’alto per implorare l’aiuto divino. All’improvviso una croce luminosa gli apparve nel cielo azzurro e gli indicò la giusta direzione. La bandiera di contrada riproduce i colori di questo prodigio e reca anche l’immagine di San Martino a cavallo nell’atto di dividere il mantello con il mendicante.

La leggenda del mantello

Quando Martino era ancora un soldato, ebbe la visione che diverrà l’episodio più narrato della sua vita. Si trovava alle porte della città di Amiens con i suoi soldati quando incontrò un mendicante seminudo. D’impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Udì Gesù dire ai suoi angeli: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”. Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia, ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino per “mantello corto”, cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all’oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella.

Biografi illustri di Martino sono il suo “primo” discepolo Sulpicio Severo ed anche Venanzio Fortunato con il poema Vita di San Martino”.

Conversione al cristianesimo

Il sogno ebbe un tale impatto su Martino, che si fece battezzare il giorno seguente e divenne cristiano. Decise di lasciare l’esercito e divenne un monaco nei pressi della città di Tours, sotto la protezione del vescovo Ilario di Poitiers.

Martino si adoperò per la conversione alla cristianità della popolazione gallica, facendo molti viaggi per predicare nella Francia centrale ed occidentale, soprattutto nelle aree rurali, demolendo tempietti ed altari pagani.
Nel corso di questa opera divenne estremamente popolare, e nel 371 divenne vescovo di Tours. Martino si rifiutò di vivere nella città e invece fondò un monastero a poca distanza dalle mura, che divenne la sua residenza. Il monastero, noto in latino come Maius monasterium (monastero grande), divenne in seguito noto come Marmoutier.

Martino lottò contro l’eresia ariana. L’opera di Martino di Tours consentì di vincere l’eresia, creando le premesse per il Concilio di Nicea.

Culto popolare

San Martino di Tours viene ricordato l’11 novembre, sebbene questa non sia la data della sua morte. Nei primi secoli del cristianesimo, il culto reso ai santi spesso si collegava alla data della depositio nella tomba. Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l’Occidente, a causa di un numero notevole di cristiani che portavano il nome di Martino. Nel Concilio di Macon, era stato deciso che sarebbe stata una festa non lavorativa.
Molte chiese in Europa sono dedicate a san Martino. L’11 novembre i bambini delle Fiandre e delle aree cattoliche della Germania e dell’Austria, partecipano a una processione di lanterne. Spesso, un uomo vestito come Martino cavalca in testa alla processione. I bambini cantano canzoni sul santo e sulle loro lanterne. Il cibo tradizionale di questo giorno è l’oca. Secondo la leggenda, Martino era riluttante a diventare vescovo, motivo per cui si nascose in una stalla piena di oche. Il rumore fatto da queste rivelò il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando.
In anni recenti la processione delle lanterne si è diffusa anche nelle aree protestanti della Germania, nonostante il fatto che la Chiesa protestante non riconosca il culto dei Santi.

In Italia il culto di san Martino è legato alla cosiddetta estate di San Martino, all’inizio di novembre.

Lascia un commento