Renato Bircolotti è sempre stato un mossiere da “pane al pane, vino al vino”. Uno che – se deve dire una cosa – la dice papale papale. Anche stavolta si è trovato davanti un Palio bello tosto, ma mettendoci molta autorità si è fatto valere: «È stato difficile, per tutta una serie di fattori, pioggia compresa. Ma credo di aver fatto una prestazione più che sufficiente, dando a tutte le contrade la possibilità di partire. Poi quello che succede dopo non è più affar mio. È andata bene, forse qualcuno mi ha guardato da lassù. In quella situazione sinceramente non potevo sbagliare una virgola. Ho avuto paura soltanto quando in finale Porta Bernarda e Porta Raimonda sono venute a contatto».
Bircolotti, però, ha vissuto momenti molto intensi, soprattutto nella prima batteria. Ha chiesto più volte al cda di sentire la commissione veterinaria e di prendere una decisione sul destino del cavallo di Torre: «Non era una decisione che spetta al mossiere, per cui mi sono fatto sentire con forza, perché il mio ruolo non è quello di parafulmine del Palio. Sono contento del rispetto che i fantini mi hanno dato e che avevo chiesto loro. Certo, hanno fatto i loro giochi, ma questo fa parte della corsa. Io ci ho messo tutta la determinazione che potevo». Prossimo appuntamento ad Asti a settembre, per il Palio.
Una curiosità: chi ha incontrato Bircolotti nei giorni del Palio avrà notato che era accompagnato da due persone. C’era l’amico e mossiere Davide Busatti e poi c’era un’altra persona. Che non è altro che il prete della parrocchia di San Lorenzo a Cortona, dove vive Bircolotti. Don Aimè Stanislas, un omone di 39 anni originario del Benin, appassionato di cavalli ed ex pugile. D’altronde Bircolotti è un uomo
dalle mille passioni, tra cui c’è anche quella per il canto religioso. Non male, per un 52enne che in gioventù aveva partecipato come concorrente (insieme alla moglie Katia Isolani) anche a Tira e Molla, il quiz di Paolo Bonolis, cult di fine anni Novanta.
Fonte: Il Tirreno Edizione Empoli
