Siena, Politica: De Mossi vince, Valentini perde, Piccini sparisce (e 4 Ps)

Fino alla metà circa delle sezioni scrutinate (25 su 50), si è stati davvero testa a testa; dal fotofinish, siamo poi passati ad un più 200-250 voti che è rimasto costante fino alla fine, fino al trionfo di Luigi De Mossi (50,8%, contro il 49,2% di Valentini Bruno), consumatosi intorno alle una di notte, come era stato previsto.

Vediamo di cercare di sintetizzare qualche impressione, fra le svariate che ci sono frullate per la testa in queste convulse ore, togliendoci anche il pochissimo sonno che avevamo cantierato.

Buona lettura a tutti, fuorché ad uno…

AFFLUENZA BASSA, MA IN RISALITA RISPETTO AL 2013

Il problema continua ad essere serio, perché quasi un senese su due non è andato a votare; ma l’emorragia dei voti rispetto al ballottaggio (anche quello tenutosi a giugno) del 2013 si è invertita, rispetto a quel dato arrivando un più 2% (56,19%): non ci vuole moltissimo a capire che questa plusvalenza di votanti rispetto al ballottaggio del 2013, ha verosimilmente portato alla vittoria De Mossi.

A questo giro, nessuno ha detto – almeno in pubblico – di andare al mare: non si è alleggerito solo il traffico sulla Siena-Grosseto, evidentemente…

VALENTINI SCONFITTO O TRACOLLATO?

Partiva con un 3% di vantaggio sullo sfidante (27-24), ed in più aveva concluso lo scellerato accordo ufficiale con il movimento arrivato primo il 10 giugno (Per Siena, 19,52%); agitando lo spauracchio dei nuovi barbari al potere, avrebbe dovuto vincere se non facilissimo, comunque abbastanza bene: non è andata così, sebbene per soli 378 voti (molti meno dei famosi 930 della distanza fra il Valentini del 2013 ed Eugenio Neri di quella tornata, certo, così accontentiamo i martinellati che ci tengono che si dica).

Senza bisogno di essere Guicciardini o Machiavelli, l’errore politico più CLAMOROSO (ed infatti, in quanto tale, subito abraso dalla quasi inesistente autocritica piddina) è stato l’apparentamento con l’ex Sindaco Piccini, come peraltro scritto su queste colonne meno di una settimana fa (“connubio suicida”, leggere per verificare). Un giorno, se vorrà, il buon Bruno dirà coram populo cosa/chi gli ha fatto prendere una cotanto demenziale iniziativa politica, che ha fornito il più formidabile degli assist al candidato avversario, per etichettare il tandem Valentini Bruno-Piccini Pierluigi come pura e semplice conservazione dell’esistente.

Stamattina – dopo essere stato invisibile nottetempo –  Valentini Bruno si è fatto intervistare (noi l’abbiamo visto a Siena Tv, in diretta): autocritica del tutto generica, nulla di nulla sull’accordo con Piccini, e i nuovi arrivati subito bollati come “forze poco preparate”. Che dire?  Speriamo vivamente che il Pd presti loro qualche Assessore, per indirizzarli verso la eccellente amministrazione cittadina: due o tre nomi ce li avremmo anche pronti (ma oggi non è giorno per infierire)…

La città è comunque divisa, democraticamente lacerata; tutti si dicono pronti ad un tentativo di ricomposizione, per il Bene comune, bla bla bla. Questo, però, presuppone almeno una cosa (oltre all’autocritica, seria, che ogni sconfitto avrebbe il dovere di fare): il prendere le distanze in modo esplicito da Piccini, e da come è stata condotta la campagna elettorale nell’ultima settimana. Altrimenti, chi si appella alla ricomposizione – tutti ne siano consapevoli – fa un puro esercizio di retorica, che non porta da nessuna parte.

PICCINI ESCE DI SCENA

Poteva essere l’ago della bilancia, ma lui – amante del Potere come e più del politico medio – non ha saputo attendere il 24 giugno, e ha voluto forzare la mano: tutto e subito, ha cercato di prendere.

Ora, in attesa che da Genova arrivino le attesissime conclusioni della locale Procura della Repubblica sul Caso-Iene, anche il suo ruolo di ago della bilancia della politica senesota è a dir poco ridimensionato: Piccini pensava di controllare il suo elettorato, ma non aveva capito la cosa basica, cioè che la maggior parte di coloro che lo avevano votato, lo aveva fatto in funzione anti-Valentini. Chi vive troppo di alchimie, ogni tanto si fa sfuggire ciò che è di palmare evidenza. “Connubio suicida”, per l’appunto: come volevasi dimostrare (ma come nessun giornalista ha scritto prima del Ballottaggio, mi si consenta di insistere).

Diceva di essere cambiato, di essere differente da come era stato nei Novanta, anche con l’informazione: abbiamo avuto ampia, ampissima prova dell’esatto contrario, fortunatamente davanti a testimoni.

Per tutta la campagna elettorale, in definitiva, ha detto che il suo obiettivo era mandare a casa il povero Valentini: con la sua mossa geniale, da grande stratega della politica, da totus politicus che di quella si nutre quotidianamente, alla fine ce l’ha fatta. Ha mandato a casa il Valentini: detto, fatto.

Lo lasciamo – molto volentieri – ai suoi tormenti di oppositore, relegato all’inessenzialità che merita (tutta da vedere, tra l’altro, la tenuta del suo gruppo consiliare, laceratissimo dopo il suicidio politico dell’apparentamento): e stavolta, non c’è neanche verso di andare a Parigi…

LUIGI DE MOSSI: IL TRIONFO (ED UN CONSIGLIO)

12.064 voti, di fatto gli stessi ottenuti da Valentini un lustro or sono (Danielito Magrini il primo a rilevarlo ieri sera, se non sbagliamo), per Luigi De Mossi; errori, ne ha fatti, e ne farà.

Di certo, però, ha azzeccato al meglio la mossa del post 10 giugno: nessun apparentamento, solo accordi con chi voglia, nel pieno rispetto della volontà pregressa degli elettori. Su questo, davvero chapeau.

A chi fa notare che i 596 voti di Casapound, da soli, basterebbero a spiegare la differenza, si potrebbe obiettare che quelli di David Chiti – affluiti sul candidato vittorioso – erano voti in larga parte piddini (così come quelli del centrista Pinciani, che certo non ha votato per il Sindaco uscente, in piena coerenza con quanto detto e scritto da mesi, o come buona parte di quelli dell’avvocato Sportelli).  Si aggiunga che, lo scorso 10 giugno, la Lega a Sienina non è arrivata alla doppia cifra, prendendo poco più della lista civica personale di De Mossi (dato sempre trascurato dall’informazione piddina). C’è tanta gente, insomma, che alle Politiche NON ha mai votato a destra (quorum ego), e che invece ha votato De Mossi: magari i cervelloni del Pd potrebbero riflettere su questo, no? Troppo sforzo, forse, ci rendiamo conto.

Il consiglio amicale che si dà al neo-Sindaco, è dunque quello di non offrire l’impressione di volere spazzare subito via tutto e tutti: ci sono persone non solo perbene, ma anche capaci, nelle file dei piddini ed affini. Gente che ha esperienza e capacità, e che si potrebbe in qualche modo recuperare – a maggior ragione in un contesto così diviso -, dando tra l’altro una lezione di democrazia a chi per decenni, nelle stanze che contano ed anche in quelle che contano meno, non ha mai fatto entrare nessuno, che non fosse tesserato o, comunque, cavalier servente (spesso, entrambe le cose).

In ogni caso, che ci siano pezzi importanti di destra nella coalizione, nessun dubbio (il fatto è che non ci sono SOLO quelli): compito della libera informazione è denunciare se ci saranno fenomeni di intolleranza o di discriminazione verso i non allineati, in città. Episodi di intolleranza e di discriminazione – tecnicamente fascisti -, che questa comunità ha già visto e sopportato per anni: provenienti, però, dalla parte che oggi ha il coraggio e la sfrontatezza di gridare all’onda nera…

A Luigi, infine: da stanotte, è iniziato a diffondersi uno sport che più italico-senese non ce n’è, quello del salto sul carro del vincitore. Inevitabile, e meglio così che la caduta da cavallo, ci mancherebbe; se il Potere non lo cambierà (noi ce lo auguriamo con tutta la speranza), Luigi De Mossi può essere l’homo novus capace di riportare quella linfa e quel dinamismo che sono mancati a questa collettività.

Disperdere questo patrimonio di fiducia, sarebbe politicamente esiziale, e noi abbiamo sincera fiducia che ciò non accada. Nel caso, lo faremmo notare, tranquilli.

Buon lavoro, dunque, caro Luigi: e che, da Superavvocato, tu possa diventare un Super-Sindaco!

Ps 1 Va da sé che questa vittoria non potrà non riverberarsi anche sul blog, in un modo o nell’altro (ai commentatori più in malafede, basti per intanto ricordare che i bloggers NON hanno mai rivendicato una loro imparzialità, bensì una sfacciata partigianeria, basterebbe documentarsi); domani, per intanto, ci troviamo fra noi, e molto laicamente ne iniziamo a parlare. Vi faremo sapere, tranquilli: dateci almeno il tempo di smaltire una quota della gioia accumulata in queste ore, per Zeus…

Ps 2 La Toscana non è più rossa, e neanche l’Umbria (clamorosa, la caduta ternana); ma ad Ancona, in controtendenza, il Pd vince: a dimostrazione che il vento nazionale influisce di certo, ma poi c’è il giudizio sulla credibilità del singolo candidato, che fa la differenza fra gli elettori. I rossi comunque da qualche parte vincono: a Campi Bisenzio, e poi a Santa Croce, al calcio storico fiorentino, per San Giovanni…

Ps 3 In Turchia, alle elezioni svoltesi ieri – non ci crederà alcuno, ma abbiamo seguito con attenzione anche quelle – vince Erdogan, toh; e uno dei motivi, è che il neo-sultano mette in galera i giornalisti a lui scomodi. Visto che ora a Sienina saranno tutti amici di Gigi, i tesserati, forse sarà bene tornare a mettere qualche punto fermo, che separi chi ha zerbinato e chi no, nella Siena che di fatto contendibile NON era, e libera anche meno: così, per pura igiene cittadina. Non c’è fretta.

4 Ps Venenum in cauda: il neo-blogger Maurizio Cenni, ieri sera, è stato opinionista di lusso a Canale tre; non entriamo nei contenuti, avendolo seguito solo per pochi attimi (anche troppi, peraltro), ma resta il fatto in se stesso: alla sfacciataggine di taluni, davvero limite non c’è…

Fonte: http://www.ereticodisiena.it

Lascia un commento