Rane legate per la zampa con uno spago e usate come fossero oggettini da tenere in equilibrio sopra carrelli in corsa, fra due ali di folla urlante. Difficile immaginare un maltrattamento più superfluo, eppure a San Casciano dei Bagni ogni estate si usa così.
Ci tengono tanto, gli abitanti di questo antico borgo in provincia di Siena, al Palio di San Cassiano che cade il 12 agosto. Gestito dall’omonima Compagnia, prima della tortura delle rane sfilano al solito paggi e sbandieratori.
L’evento è osteggiato sistematicamente, a partire dal 2013, dall’Associazione Irriducibili Liberazione Animale.
“Abbiamo manifestato ogni anno fino al 2016″spiega il presidente Alessandro Torlai“finché ci parve di intravedere una piccola apertura da parte del Comune, tant’è che quella volta rinunciammo alle contestazioni in piazza. Ci sbagliavamo e ricominciammo la stagione seguente. Sempre, però, cercando il dialogo: da allora abbiamo incontrato più volte il sindaco Paolo Morelli e gli organizzatori, anche lo scorso 9 luglio, seguitando a pregarli di sostituire le rane con qualcos’altro. Oltretutto ci dicono che in allenamento vengono utilizzate innocue palline. Perché non anche durante la corsa?”
Ma la risposta a quanto riferiscono sconfortati gli animalisti è sempre la stessa: il cambiamento arriverà forse, chissà, un giorno.
Il motivo della gara è che i concorrenti devono correre per le viuzze del paese spingendo un carrellino al cui centro è costretta a sedere una rana. La malcapitata, com’è ovvio, cerca di fuggire saltando giù, con rischio di essere schiacciata da chi arriva dietro, e viene recuperata tirando al volo il filo che le è stato assicurato a una zampa.
Il significato ultimo di questa sagra tradizionale è insomma arrivare al traguardo con la rana sopra il carrello e a quanto pare i paesani di San Casciano dei Bagni, nell’anno del Signore 2018, rigettano con sdegno il solo pensiero di rinunciare a torturare i piccoli anfibi in favore di surrogati di plastica, palline o altri oggetti simbolici.
“Ci hanno detto che le rane (quelle che arrivano a destinazione vive ndr) vengono poi rimesse in libertà” sospira Torlai. “Quest’anno torneremo a manifestare. Certo, un po’ di buon senso non toglierebbe nulla alla tradizione e renderebbe semplicemente la festa di San Casciano più moderna e civile”.
Stando a una ricerca svolta dall’Associazione Irriducibili Liberazione Animale, il principale sostenitore della Compagnia del Palio di San Cassano sarebbe il Consorzio a Tutela del Palio di Siena.
Fonte: http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it
