Ricevo e pubblico:
“”La ragione di questo intervento? Non la dovete chiedere a me, però penso che la risposta è di natura politica. Se lo sport italiano ne aveva bisogno? No, non lo penso proprio”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine dell’incontro di oltre un’ora a Palazzo Chigi col sottosegretario Giancarlo Giorgetti sulle novità emerse nella bozza della legge di Bilancio, con la riforma di Coni Servizi e il passaggio della gestione dei contributi alle Federazioni sportive a un ente (‘Sport e Salute Spa’) sotto il controllo del ministero dell’economia. “Su alcune cose ho espresso un’opinione estremamente favorevole- ha aggiunto Malagò- Mi riferisco alle modalità del finanziamento, ovvero il 32% che dovrebbe corrispondere a un terzo del gettito dell’erario sul comparto per un valore non inferiore ai 410 milioni di euro. Ho fatto anche i complimenti per questa che credo sia un’idea assolutamente innovativa. Fermo restando che mi sono permesso di fare una precisazione: se la quota parte di questi soldi rimanesse inalterata, c’è il rischio che nel passaggio da una società all’altra si possa perdere l’Iva per strada e si potrebbe fare un grande autogol. E questa mia nota è stata presa in considerazione”. La seconda nota “positiva riguarda lo Sport Bonus, per la gestione degli impianti ma anche di piccoli interventi come le ristrutturazioni: viene premiata la fiscalità della materia. Un terzo capitolo- ha concluso Malagò- riguarda un premio rispetto alla legge sui diritti televisivi, in cui c’è una quota del 6% che premia chi coinvolge, chi tessera e fa scendere in campo giocatori dei vivai italiani”. Poi, ci sono le note negative con il potere di Malagò che ne esce fortemente ridimensionato, al di là delle parole di circostanza.
“Mi sembra, come al solito, che ci sia anche un po’ di enfasi rispetto a queste prospettive rivoluzionarie. Diciamo riformatrici, questo sì” il pensiero sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti che questa riforma ha voluto. “L’incontro con Malagò è stata l’occasione per illustrare i contenuti delle nostre proposte in maniera di sport. Sono proposte che arrivano dal contratto di governo, per cui da un’intesa con il Movimento Cinque Stelle. Adesso queste proposte andranno in parlamento, ci saranno due mesi di approfondimenti e discussioni e anche, ovviamente, con il mondo dello sport e il Coni, quindi con Malagò. Nell’incontro si è parlato del collegato alla legge di Bilancio che prevede la nascita dell’ente ‘Sport e Salutè in sostituzione della Coni Servizi. “Cercheremo alla fine di arrivare a delle norme le migliori possibili negli interessi dello sport italiano”, ha assicurato Giorgetti. “Se la riforma riguarderà anche il Comitato paralimpico? Di questo dobbiamo discutere, nel senso che il meccanismo che abbiamo messo in campo per lo sport italiano è l’autofinanziamento rispetto alle imposte che il sistema dello sport paga e genera. Questo meccanismo potrebbe valere anche per il Cip, ma dobbiamo discuterne anche con il presidente del Cip. Può essere un’opportunità ma anche un rischio in questo caso, quindi vedremo”.
“Non c’è – ha proseguito Giorgetti – nessuna volontà della politica di mettere le mani sul Coni. Le Federazioni non perdono autonomia ed il Coni nella sua dimensione olimpica è assolutamente autonomo. Se ci sono cose da migliorare le miglioreremo, non è il vangelo”. “Se la ripartizione dei fondi alle Federazioni nel 2019 sarà ancora compito del Coni? Assolutamente si'”, ha detto Giorgetti. “Non a caso – ha osservato – riferendosi alla possibile nascita dell’ente ‘Sport e Salutè – abbiamo coniato il termine ‘Sport e Salute’, perché pensiamo che lo sport abbia una dimensione sociale e sia collegato anche alle dinamiche della salute e sanitaria. E’ una visione più ampia, ma il Coni continuerà a conservare delle prerogative che gli affida la Legge. La Coni Servizi non viene cancellata ma trasformata, si chiamerà ‘Sport e Salutè e amplierà l’oggetto sociale. Non sarà una protesi del Coni ma avrà anche un suo cervello e altri tipi di attività per promuovere ulteriori obiettivi sportivi in una dimensione di inclusione sociale e di salute. Cosa rispondo a chi dice che stiamo togliendo soldi a Malago’? Innanzitutto i soldi non sono suoi nè di Giorgetti ma degli italiani, e poi non li sto togliendo ma saranno utilizzati al meglio per lo sport italiano. Ne discuteremo con il Coni- ha concluso Giorgetti- ma anche con il Parlamento, perché è una proposta del Governo che dovrà essere votata. Malagò ha detto che lo sport italiano non aveva bisogno di questa riforma? È una sua legittima opinione, è anche vero che siamo stati eletti dai cittadini sulla base di determinati programmi e questo Governo cerca di attuarli. È la democrazia della politica, non c’è alcuna volontà da parte della politica di mettere le mani su qualcosa, ma c’è semplicemente da fare altre cose e meglio”. Da Doha il vicepremier Matteo Salvini precisa che “in piccolo stiamo lavorando al governo per dare sempre più spazio, visibilità e anche fondi ai cosiddetti sport minori, che poi minori non sono perché sono quelli che coinvolgono più ragazzi e ragazze”. Poi un messaggio indiretto anche alla Federcalcio, che nonostante i ripetuti tagli subiti negli ultimi anni, resta sempre la Federazione più sovvenzionata con 36 milioni l’anno: “Lo dico da tifoso di calcio: basta solo calcio. Son ben contento di andare negli stadi a vedere altro”. Malagò vuole trattare con il Governo, si rivedrà presto con Giorgetti: la speranza è di rinviare la manovra di un anno.
“Vedremo che ne pensa Bach”: questo il pensiero che circola al Coni dopo la decisione del Governo di togliere poteri a Malagò, cancellare la Coni Servizi a vantaggio della “Sport e Salute Spa”. Malagò confida nel presidente del Cio quantomeno per attenuare il provvedimento di Giorgetti, cancellarlo è impossibile perché Lega e 5 Stelle lo avevano messo nel loro programma di Governo e non sono intenzionati a fare passi indietro. Ma ci sono cose, molte cose, che andranno chiarite in questi mesi. Ad esempio, se i soldi (260 milioni) arriveranno dalla nuova società Sport e Salute Spa e non al Coni come è stato sinora, le Federazioni dovranno restituire allo Stato il 22 per cento dell’Iva. Non tutti i presidenti sembrano felici. Potrebbe cambiare, però, il sistema di ripartizione: quello attuale tiene conto soprattutto dei risultati olimpici, in futuro si potrebbe dare un peso diverso alla componente “social-promozionale”, ora modesta. Ne avrebbe vantaggi soprattutto la Figc che ha un numero altissimo di tesserati ed è molto radicata sul territorio: adesso è quella che in quanto a risultati ha fatto peggio di tutti, anche della atletica leggera addidata sempre a esempio negativo. Dal 2006 ad oggi (quando l’Italia vinse l’ultimo Mondiale) la Figc è stata la peggiore di tutte le Federazioni olimpiche. La Figc è passata da 80 milioni agli attuali 36 di contributo e c’è una corrente di pensiero, fra presidenti di Federazione e alcuni membri di Giunta Coni, che vorrebbero “sforbiciare” ancora, togliendo altri soldi al calcio. Prevista una Giunta Coni e un consiglio nazionale il 15 novembre a Roma, poi un’altra Giunta Coni il 21 a Reggio Calabria. Ci sarà battaglia, sono momenti delicatissimi. La Figc si potrebbe staccare dal Coni? E’ presto per dirlo ma qualcuno sta studiando se conviene. Di sicuro, ieri a via Allegri, c’era soddisfazione, anche se non a livello ufficiale, per la mossa di Giorgetti: Malagò in questo momento riscuote ben poca simpatia in Figc e dintorni dopo un commissariamento devastante.
Come detto, il n.1 del Cio, Thomas Bach sarà a Roma presto: il 7 novembre c’è la festa per i “primi 80 anni” (così è scritto nell’invito) di Mario Pescante. Oltre a Bach ci saranno anche due vicepresidenti Cio e il romeno Morariu che è a capo della commissione valutazione delle candidature dei Giochi 2026. Pescante a fine anno conclude il suo lungo e ricco di soddisfazioni mandato al Cio: motivi di età, ma che non impediranno, come membro onorario, di poter continuare a rappresentare lo sport al Palazzo di Vetro di New York. Pescante siede infatti fra il delegato del Vaticano e quello della Palestina e ha sempre difeso con coraggio e intelligenza i valori olimpici. Bach comunque nel suo soggiorno romano vedrà anche Giorgetti. Al Coni, sui tavoli, c’è una copia della Carta Olimpica: a quella si appellerà Malagò per difendere l’autonomia dello sport. Per difendere il Coni e quello che ha fatto negli ultimi anni. Ma stupisce, almeno per ora, il silenzio dei presidenti di Federazioni: forse qualcuno spera di guadagnarci da questo passaggio. Il mondo dello sport, insomma, non si mobilita. Silenzio totale. Malagò resta solo a combattere con i suoi fedelissimi.”
