Ricevo e pubblico
” I valori (nostri) del Palio sono antagonisti ai valori della società in cui viviamo.
Nell’era della comunicazione, in un contesto così profondamente mutato negli ultimi anni, il confronto con la comunicazione e l’impegnarci in dibattiti per legittimare la nostra categoria dello spirito che accompagna tutta la nostra vita di senesi e contradaioli ci vede assolutamente perdenti. Inutile descrivere tutte le misure adottate dalle amministrazioni comunali per tutelare e assistere i cavalli impegnati nella corsa, questa è l’epoca in cui viene negato il millenario rapporto di convivenza uomo-animale, il cavallo non deve più correre, il cane non avere più un addestramento e si potrebbe continuare all’infinito, ciò che viene fatto a tutela dell’animale non interessa a nessuno, in ogni diretta Rai viene sempre palesata l’importanza e l’unicità di pre-visite, clinica veterinaria, tutela dei cavalli dopo l’incidente ma nel dibattito del paese viene solo stigmatizzata la tragedia che accade, sempre meno sovente (ma hainoi devastante), e tanto basta (ed avanza) a chi ha interesse a vedere soppressa la nostra anima.
Amore per una bandiera, senso di appartenenza, valori condivisi di una comunità con un impronta esclusiva di reciproca conoscenza sono minoritari in questa società, chi può capire che al cavallo sono affidati l’onore, le speranze, la forza di un popolo, che dietro la corsa esiste un vissuto di amore, passione e vigore di una città (una parte almeno) che non vuole arrendersi e mantenere forti antichi valori ereditati nei secoli scorsi da chi ci ha preceduto.
La scellerata visibilità data al Palio, le dirette RAI, le “ospitate” di personaggi alle cene della vittoria o prova generale, hanno dato una rilevanza alla corsa che viene usata come maglio per chi vuole perseguire scopi ideologici, di questi errori non possiamo lamentarci perché ne siamo noi la causa, la sfida è adesso come uscirne, a mio parere la dialettica del Palio è perdente in questa società, fatto salvo che a nessuno interessa capire nulla della nostra vita di senesi e contradaioli, se adesso ci viene la fissa di voler spiegare al mondo ciò che non può essere studiato ma solo vissuto siamo sulla strada della scomparsa.
Adesso, nell’era della comunicazione, vedo come unica soluzione la sfida di provare a tornare invisibili o, perlomeno, abbattere parte della visibilità sul Palio, la sfida è improba ma assolutamente necessaria, a mio vedere ribadisco impossibile fare capire una cosa che può essere assimilata solo vivendone il contesto a una platea che ha un approccio ideologico sulla città e questo perché i valori del Palio sono antagonisti alla società in cui viviamo.”
