Palio di Siena: Il pensiero di un senese sulla manifestazione animalista

L’oblio vigilante.
La manifestazione è passata, è andata bene, ci hanno preso le misure, torneranno tanti e molti di più allora guadagneranno altri spazi e prevedere il futuro è impossibile, adesso si apre un interrogativo di rivoluzionaria memoria: “Che fare?” Lenin all’indomani della presa del potere, penso che questo interrogativo sia quanto mai attuale, il porre come approccio quello dell’informazione all’esterno della città sembrerebbe il più ragionevole, e forse lo è, se non fosse per un piccolo particolare: informazione accreditata del Palio è stata sempre fatta con una opportuna pubblicistica, libri, trasmissioni di altissimo spessore e in tutte le telecronache RAI va detto (ad onore dei commentatori) che sempre sono fatti partecipi al pubblico i valori antropologici del Palio e tutto il meccanismo di tutela del cavallo che rende la nostra carriera la corsa di cavalli più attenta alle tematiche della salvaguardia dell’animale in tutto il mondo, il problema sorge perché gli antagonisti del Palio sono mossi da un furore ideologico che li proietta in una visione paranoica del rapporto con l’animale, sono contro il millenario rapporto uomo e animale, va pure detto che a questi interessa Siena solo per la maggiore visibilità che gliene viene e per questo non vanno fatti più venire, questi sono gruppi che non cercano il confronto ma lo scontro, non si fermano ad ascoltare e cercare di capire ma vogliono solo alzare l’asticella del conflitto fra la città e la loro comunità di disadattati, va fatto capire agli organismi della città che queste non sono manifestazioni di un pensiero o di un dissenso ma solo attacchi feroci e ciechi alle nostre tradizioni che non hanno motivo di essere autorizzate.
Nell’era della comunicazione scomparire è pressoché impossibile ma diminuire la visibilità dipende solo dalla nostra volontà.
Non ci si deve dimenticare dello scampato pericolo, la figuraccia rimediata non sarà dimenticata e non possiamo permettere che tornino magari saldati con gruppi agguerriti e organizzati, penso che un tavolo di confronto vada aperto con le istituzioni e il Magistrato per arrivare ad una soluzione che preveda l’impossibilità di manifestazioni di questo genere che hanno il solo scopo di offendere una comunità che ha un esclusività mondiale, incominciare a valutare la chiusura del rapporto con la RAI, non porterebbe certo a scomparire dalle scene ma eliminerebbe le reazioni più scomposte e virali a caldo dalla rete, il discorso della rete usata dai contradaioli (come questa pagina) non vedo che cosa possa aver portato se non un bel momento di coesione…..perché se aspettavamo i priori buona notte ai suonatori….
Quello che dobbiamo cercare non è di informare l’esterno, perché nessuno vuole ascoltare e perché il Palio è come la merda più lo razzoli e più puzza cit. Ettore Fontani (intelligenti pauca) ma intraprendere la difficile strada di un oblio vigilante.

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