“L’8 gennaio 1930 le Contrade, su richiesta della principessa Elena, inviano a Roma una loro rappresentanza, un alfiere e un tamburino, per il matrimonio di Umberto II di Savoia e Maria José, principessa del Belgio. In realtà, per festeggiare le nozze del principe del Piemonte viene organizzato un vero e proprio raduno nazionale di costumi. Alla sfilata prendono parte gruppi provenienti da ogni parte d’Italia indossando antichi costumi, a volte ricostruiti anche con una certa fantasia. Il Corteo venne aperto da alcuni gerarchi fascisti in costume da butteri.
A Siena la richiesta di partecipare all’evento creò moltissime perplessità e discussioni. Molte sono le pagine dei verbali del Magistrato delle Contrade che lo attestano. La perplessità maggiore era dovuta alla consapevolezza, già allora, che le comparse del Palio di Siena non possono essere equiparate, “mischiate” a “comparse in costume” di altre manifestazioni. Il timore era di snaturare “lo spirito e il carattere che non si addice alle Contrade che hanno un’essenza del tutto speciale improntata all’ambiente e alla intima e gloriosa storia della nostra città”. Se portare le comparse fuori Siena destava i dubbi suddetti, Prefetto e Podestà e lo stesso Magistrato sapevano che un rifiuto, in questa particolare circostanza e contingenza storica avrebbe potuto “fare cattiva impressione sia a Roma che a Siena”. Le Contrade, dunque, decidono di andare a Roma a rendere omaggio agli sposi ma a certe precise condizioni: non prenderanno parte al Corteo dei Costumi insieme alle altre rappresentanze italiane, ma solo quando la piazza del Quirinale sarà sgombra dalle altre rappresentanze gli alfieri ed i tamburini delle diciassette Consorelle “si porteranno davanti al palco degli Augusti Sposi e delle Autorità per eseguire il tradizionale giuoco della Bandiera”. Il corteo passa attraverso il Cortile della Consulta davanti alle teste coronate e ai rappresentanti di tutta Europa. Ogni rione strappa gli applausi dei presenti. Le Contrade, con onore e dignità salvaguardano Siena e l’essenza del Palio.
Dopo questo 8 gennaio 1930 usciranno dai rioni solo il 9 maggio 1938 per andare a Firenze durante la visita di Hitler e Mussolini. Ma eravamo in pieno regime fascista, la guerra era quasi alle porte.”

