Palio di Asti: La Cabala dei Comuni

Ricevo e pubblico:

“Dunque, i due palii, com’è noto, sono uguali ma speculari. Questo vuol dire che le chiavi di lettura di uno sono l’opposto di quelle dell’altro. Cioè i segni rivelatori di uno hanno valore opposto nell’altro, e quello che si può leggere in positivo da una parte, diventa negativo dall’altra. Già, ma è un bel casino, perché non sappiamo assolutamente, dei due, qual è il “recto” e qual è il “verso”, e dunque in quale dei due il gesto è beneaugurante o portatore di sfiga. Prendiamo il Santo, ad esempio: è vestito di rosso, e i tre Comuni “rossi” sono Nizza, Moncalvo e San Damiano. Sulla corazza però campeggia lo stemma “vermeil atout la blanche croix”, spauracchio e iattura dei discendenti di Aleramo, soprattutto dei “moncalvesi” Guglielmo VI, che ad Asti dovette andare ad umiliarsi, e Guglielmo VII Lungaspada, che per colpa degli astigiani morì in gabbia ad Alessandria. Nizza e Moncalvo sono comuni monferrini, e mal gliene dovrebbe incogliere; San Damiano invece no, anzi la città è fatta proprio a forma di stemma astese, e quindi potrebbe cominciare a mettere l’Alta Langa al fresco. Ma per la legge dello Sprecchio Riflesso, il significato sarebbe ribaltato, e dunque essere molto favorevole per uno dei due “rossi” monferrini; potrebbe essere Nizza, visto che la corazza rossa è accompagnata dall’abito aranciato con nuances richiamanti il giallo; ma per la legge dell’Opposto potrebbe diventare Moncalvo. Il Santo protende il braccio verso il Fiume, ma trattiene il Cavallo dall’attraversarlo. Due segni che si elidono anche se letti al contrario: quindi Comuni d’Oltretanaro, Canelli e Nizza, almeno in questo caso non si vedono problemi. Un particolare che mi era finora sfuggito è che il Santo trattiene il Cavallo con una briglia azzurra, che richiama Canelli e Montechiaro. Ma anche qui si brancola: lo trattiene e dunque vince perché è il contrario? E dei due, vincerebbe Canelli, verso cui il Cavallo sembra galoppare, o Montechiaro da cui sembra fuggire? Poi fai caso al Santo, è lo stesso: gira la testa da Baldichieri in modo addirittura plateale, troppo plateale perchè non voglia dire qualcosa. Già, ma cosa? Sfiga o fortuna? Giubilo o pianto? L’asta del vessillo centra in pieno Castell’Alfero e di per se sarebbe un ottimo segno visto che ha fatto parte ininterrottamente del “Districtus Civitatis Astensis”, ma bisogna vedere, ancora una volta, cosa disporrà la legge dello Specchio Riflesso. E lo stesso si può dire per il Cavallo, che pianta lo sguardo sullo scudo di San Damiano. Tanti segni, dunque,ma manca la chiave di lettura per capirne gli esiti; a meno che i due palii speculari non siano come due specchi posti uno di fronte all’altro, che rimandano l’immagine all’infinito fino ad annullarla completamente. E quindi, fronteggiandosi, la specularità scompare ed i segni vanno letti e interpretati per come appaiono.”

asti

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