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Qua sotto il cordoglio dei Goliardi Senesi sula loro pagina fb
“Salutiamo il nostro Alessandro Coradeschi detto “Dondino” Principe delle Feriae Matricularum nel 1971.
Nicchaiolo, figlio dell’indimenticabile mangino plurivittorioso Donde, ha trascorso gli ultimi anni in Liguria dove la vita lo aveva portato dopo gli anni passati alla Sclavo.
Dondino Prence aveva ereditato dal padre una conformazione ben propria della loro genia: pacioccoso,grosso e bonaccione, caratterialmente sempre pronto a farsi in quattro per gli altri. Un Principe buono, generoso con i suoi studenti. A qualsiasi ora a casa Coradeschi la tavola era sempre imbadita: prima vi era il Donde che giostrava tutti i suoi rigirii palieschi mettendo a sedere capitani, mangini e fantini; poi arrivavano il Dondino e i goliardi con le loro merende di qualità e tanta tanta quantità.
Forchetta unica nel suo genere, fu scelto per interpretare in un’Operetta il ritratto del Bacillo della Salute, personaggio simbolico e di cui possedeva ampiamente il phisique du role. La pièce teatrale prevista era questa: doveva sfilare sul palco da una quinta, seminudo, inclinato su un carretto della frutta, attorniato da una cornucopia che ne esaltasse abbondanza e forme compiacenti. Si prevedevano scroscianti applausi. Ma poco prima che entrasse, si udì in tutto il teatro un tonfo sordo e grave, quasi un terremoto: era proprio Dondino, che dal carretto era tonfato direttamente sul legno del palco.
Nonostante non ne nutrisse la cinica ambizione, gli studenti lo scelsero in quegli anni grigi come Principe e ne furono ripagati: l’operetta Tran Tran fu un grande successo.
In barba agli stereotipi che lo avevano sempre accompagnato, negli anni poi si è intestardito anche a praticare un sacco di sport contemporaneamente, mettendo da parte quel fisico così caratteristico.
In realtà non aveva smesso di fare festa neanche dopo vent’anni. Nel 1991 infatti Dondino realizzò una celebrazione coi fiocchi per il suo ventennale, ancora oggi documentata da tante foto che lo ritraggono insieme a goliardi di tutte le età, uniti per godere a pieno la propria giovinezza che fosse fisica oppure mentale.
Lui lo aveva probabilmente previsto da tempo; il suo motto, stampato su un grande stendardo diceva già tutto: aetas progreditur, spiritus manet.
Noi Principe, non ti dimenticheremo!
Nemini Parcetur”
