Palio di Fucecchio: Pillole di Palio sulla Contrada Querciola di ieri 19/03

🏇🏻 PILLOLE DI PALIO 🏇🏻

“Lunedì 23 giugno 2014, ore …boh … dopo cena … parecchio dopo cena.
La Querciola, la mia contrada, aveva appena vinto il suo 4° Palio dopo 17 interminabili anni di digiuno.
Diaciassette anni dove quella generazione di ragazzini che nel 1997 avevano visto vincere l’ultima volta, erano diventati uomini, sempre insieme, sempre in contrada, sempre come quando, nel piazzale della Campagnola, giocavano coi cavalli di legno ad imitare Pesse e compagnia.
Adesso era il tempo di gioire tutti insieme, avevamo portato la Contrada a vivere uno dei suoi momenti più belli fatti di unità, coinvolgimento, un’altissima presenza di persone anche nuove e noi, bambini invecchiati, a giocare col nostro ruzzino che più ci piace.
Nel pieno dei preparativi di una Cena della Vittoria programmata per il 4 Luglio che ci coinvolgeva tutti, dal primo all’ultimo, con mansioni e compiti diversi, ma tutti a pieno regime.
Andavamo al lavoro le ore necessarie a non farci licenziare, e poi vivevamo in contrada.
Era un periodo bellissimo. Ce l’avevamo fatta, anche noi, con la tratta, avevamo riportato un cencio in contrada. L’euforia era a mille.
Dicevo, Lunedì 23 giugno 2014, ad un’ora tarda della sera, mi chiama l’allora presidente Paolo Ceccarini, e mi dice “Civi, c’è da farne un’altra. Dimmi te se è fattibile, perché è tosta davvero da fare, se non ci si fa, dirò al Cda che non siamo disponibili”.
“Paolo, dimmi che c’è da fare e poi si vede …”
“Domenica prossima (29 giugno ndr) c’è da andare a Roma a suonare coi ragazzi. La Proloco va a fare l’infiorata e hanno chiamato il Palio di supporto. Noi andiamo come vincitori del Palio col Gruppo Musici e Sbandieratori. Devo dirglielo subito, dimmelo te … “
“E che problema c’è, anche ad andare in 5, si va!”.
Una risposta di un’incoscienza inaudita, perché ad andare in 5 sarebbe stato uno smacco per la contrada e per tutto il Palio di Fucecchio …
Ma sapevo che i “miei” ragazzi non si sarebbero tirati indietro.
Convoco per il martedì sera la riunione, io e Paolo in sede con tutto il gruppo – genitori dei minorenni compresi, che erano la maggior parte – davanti.
“Domenica andiamo a suonare a Roma. Si parte in pullman alle 4 e si torna a buio. Piazza S.Pietro, c’è l’infiorata pià bella d’Italia e noi si fa da apripista al corteo del Palio. Chi viene?”. Così, senza dare chances, provai la carta della cosa già sicura, ma avevo un timore assurdo.
Con una soddisfazione ed un orgoglio immenso, vidi tutte , tutte, la mani che si alzarono. E così fu.
La domenica, senza prove, all’arrembaggio, partimmo con il pullman alla volta di Roma come in gita, come per l’uscita quadrimestrale al museo del nonsochè col prof. di ginnastica. Scazzo allo stato puro.
Ci scaricarono a Roma, in un caos inaudito, alla fermata degli autobus sotto S.Pietro.
Dissero ad un appena eletto assessore Daniele Cei, che ci avevano lasciato una stanza per cambiarci all’ingresso di via della Costituzione, quella lunga lunga che arriva in piazza S.Pietro.
Con tutti i vestiti, i tamburi, le grucce, i sacchetti in mano stile profughi afgani, attraversammo la piazza già gremita da migliaia di persone arrivate per le celebrazioni di SS.Pietro e Paolo, ma al momento che incontrammo la persona di contatto, ci disse che spazi per cambiarci non ce n’erano e ci dovemmo spogliare e vestire a festa dentro un gazebo degli infioratori presenti.
Tutto una risata, tutto uno scherzo. Un giorno di un’atmosfera irripetibile.
Il cielo non era mai stato di quell’azzurro, e le nuvole erano rimaste a casa.
Senza una guida, senza un programma, senza nessuno che ci dicesse come e dove andare, partimmo di idea nostra e dopo essere andati un bel pezzo fuori dalla piazza, cominciammo a suonare.
Migliaia, migliaia e migliaia di persone (poi al Tg la sera dettero circa 50 mila presenze) appena sentirono lo squillo delle chiarine e il rullo dei tamburi ci venne incontro, curiosa da un così inaspettato sottofondo.
Persone di tutte le etnie, di tutti i colori, di ogni taglia ed età ci veniva nel mezzo alla sfilata per fare una foto per un ricordo di questi pazzi vestiti da giullari.
Ho in mente un attimo, che probabilmente non scorderò mai : il primo squillo di chiarina.
Alzo e mi vedo davanti agli occhi la Cupola di S.Pietro, la Piazza gremita, il cielo meraviglioso, coi miei colori addosso, assieme ai miei ragazzi, assieme agli amici di una vita, come rappresentanti vittoriosi del Palio dopo una vita di stenti palieschi.
Non so quanto continuammo a suonare, ma fu bellissimo. Ci fecero posto dentro piazza S.Pietro ricoperta da tutti i quadri degli infioratori, bellissimi, delle opere d’arte assolute da ogni parte d’Italia, e noi eravamo lì, in tutta quella bellezza.
Circumnavigammo tutte le opere, ci fermammo nel centro della piazza con tutta la gente intorno, con la folla di piazza S.Pietro di una domenica d’estate, di festa grande.
Gli sbandieratori fecero il gioco a coppia, bravissimi, di un’intensità mai vista fin allora e sull’ultimo lancio, sull’ultimo battito di tamburo mentre la bandiera viene ripresa, una voce dall’altoparlante :”Buongiorno Fratelli e Sorelle” …. Papa Francesco che comincia l’Angelus.
Nemmeno nelle migliori sceneggiature dei film. Tutto perfetto. Tutto a puntino.
Prima di tornare, il mio coetaneo (per cui già con 35 Palii addosso) nonché amico d’infanzia Massimiliano Lupi, assieme a Francesco suo fratello, mi fece fare una cosa di cui lo ringrazio : mi disse dalla staccionata che delimita il Vaticano dalla piazza : “Vieni qua e goditi ogni momento, che questa è capitata a noi e chissà a chi ricapiterà e se ricapiterà”.
Nei pochi minuti in silenzio, prima che un mare di turisti da ogni dove ci chiedesse una foto ricordo, come i centurioni a Fontana di Trevi, noi, vestiti da sfilata, coi nostri colori addosso, dopo aver passato un giornata indimenticabile, eravamo Felici. Appagati, goduriosi, orgogliosi, di aver rappresentato il nostro Palio in una cornice del genere, ma soprattutto perché è stato il coronamento di un Gruppo di ragazzi unico, meraviglioso, fatto da persone perbene, che come comune denominatore ha l’arancio e il verde, i colori della nostra contrada.

… E poi alle 20 i dieci secondi di notorietà pià grande che abbiamo avuto …. Al TG1 nel servizio sul Papa !!!

Chi non vive la contrada, queste emozioni non le proverà mai.
W le contrade
W il Palio di Fucecchio”

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