“PALIO 1974: VINCE CANELLI
E PER LA PRIMA VOLTA IL DRAPPO
ESCE DAI CONFINI CITTADINI
Siamo arrivati al 1974: rituffiamoci nel passato del Palio sempre con la speranza che tutto quanto sta succedendo in quest’ultimo periodo vada a risolversi e che pian piano ci si possa ritrovare tutti insieme. Così potremo raccontarcele direttamente queste piccole pillole di storia del nostro Palio.
Partendo dall’anno della ripresa (1967) della manifestazione ad oggi, è il Comune di Canelli ad attendere da più anni il bis, avendo trionfato nel 1974. Riviviamo quell’edizione della corsa, contraddistinta dal coraggio e dall’astuzia del fantino Mauro Finotto, detto Jora.
Per i Borghi cittadini il 1974 è l’anno della beffa. Due i candidati alla vittoria, Tanaro e San Martino San Rocco, entrambi “castigati”, per diversi motivi, dall’intraprendenza di Mauro Finotto, di professione meccanico, che regalò il Drappo al Comune di Canelli (Rettore Gian Carlo Pulacini).
Una curiosità: fu un Palio colorato di biancazzurro. I primi quattro fantini classificati indossavano casacche di questi colori.
Batterie: due, ognuna di tre giri, i primi tre in finale.
Sindaco: Guglielmo Berzano
Capitano: Romano Coppellotti.
Magistrati: Mario Quirico e Nando Olivero.
Mossiere: Sabatino Vanni (Siena).
Maestro: Gea Baussano.
Prima batteria
Dallo steccato: Santa Maria Nuova (Osvaldo Santucho su Balin), San Paolo (Alfredo Perraro su Speranza), Cattedrale (Giorgio Carnovale su Antimonio), San Silvestro (Giovanni Cocito su Sigfrido), Canelli (Mauro Finotto, su Spumantino), San Martino San Rocco (Ruben Acosta, su Terrens) e Nizza (Angelo Garbarino, su El Fayum).
Corsa abbastanza regolare, con un’unica emozione dettata dalla problematica partenza di Alfredino Perraro, fantino di San Paolo. Il canapo cadeva ma lui restava lì. Inutile la sua forsennata rimonta, con disperato attacco (fallito) alla terza posizione occupata da Canelli. La batteria era appannaggio della Cattedrale, con Giorgio Carnovale, detto Whisky, a precedere Ruben Acosta, argentino di San Martino San Rocco e grande favorito. Mai nelle prime posizioni San Silvestro e Nizza. Nelle retrovie Santa Maria Nuova. In finale Cattedrale, San Rocco e Canelli.
Seconda batteria
Dallo steccato: Don Bosco Viatosto (Antonio Pigliaru su Cabalestra), San Lazzaro (Graziano Grego su Grazia), San Pietro (Ramon Alvez su Pumin), Tanaro-Trincere-Torrazzo (Francesco Zerbinati su Tuono), Costigliole (Sergio Ruiu su Tempesta), Torretta Nostra Signora di Lourdes (Rinaldo Spiga su Solitario) e San Secondo (Mario Beccaris su Gabula).
Dopo uno spettacolare volo tra i canapi di Graziano Grego e notevoli problemi nel trovare un allineamento accettabile, il mossiere Vanni dava buona una partenza al limite (ma davvero al limite…), con la Torretta girata al contrario ed il fantino Ramon Alvez di San Pietro a far la conta dei denti mancanti dopo un volo spettacolare: meno due e un labbro spaccato. Gli altri cinque filavano via. Tanaro partiva davanti e la sua posizione non veniva più insidiata. Dietro emergeva San Secondo con il debuttante Beccaris, mentre Ruiu stentava a controllare il ritorno della Torretta (Spiga). Cadeva Don Bosco Viatosto (Pigliaru), mentre San Lazzaro non entrava mai nella “bagarre”. In finale Tanaro, San Secondo e Costigliole.
La finale
Dallo steccato: Cattedrale (Carnovale, detto Whisky, su Antimonio), San Martino San Rocco (Acosta, detto Martino, su Terrens), San Secondo (Beccaris, detto Panighino, su Gabula), Canelli (Finotto, detto Iora, su Spumantino), Tanaro (Zerbinati, detto Topolino, su Tuono) e Costigliole (Ruiu, detto il Professore, su Tempesta).
L’atteso duello tra Tanaro e San Martino San Rocco non avveniva, poiché il fantino biancoverde Acosta indovinava una partenza perfetta e prendeva il volo. Sembrava fatta per il Borgo di Lorenzo Ercole, ma, come già accaduto l’anno prima con Renato Magari, un errore (chissà…) nel conteggio dei giri, due invece di tre, induceva Acosta ad allargarsi nel corso della terza tornata.
Topolino intanto era caduto e lo scosso di Tanaro sembrava prendere la testa, ma a sorpresa, dal nulla, da uno spazio esiguo a fil di steccato, usciva Mauro Finotto, che regalava il primo (e finora unico) successo nella storia del Palio al Comune di Canelli. Alle sue spalle, nell’ordine: Tanaro, Costigliole, Cattedrale, San Martino San Rocco e San Secondo.
I Rettori di quell’anno
Canelli, Giancarlo Pulacini; Tanaro-Trincere-Torrazzo, Michele Merlone; Costigliole, Medardo Gozzelino; Cattedrale, Giovanni Rustichelli; San Martino San Rocco, Lorenzo Ercole; San Secondo, Pippo Sacco; Santa Maria Nuova, Giorgio Ercole; San Paolo, Giuseppe Cavanna; San Silvestro, Giuseppe Miroglio; Nizza, Giorgio Ungetti; Don Bosco Viatosto, Pietro Sodano; San Lazzaro, Mario Torta; Torretta Nostra Signora di Lourdes, Giovan Battista Spandonaro e San Pietro, Mario Accossato.”
Autore: Max Elia
