“Palio anni 80, questo è il titolo che vogliamo dare a questa carrellata di foto, per descrivere quei palii così diversi da quello di oggi. Intanto la Buca d’Andrea non assomigliava a quella attuale: piena di tralicci della luce e inizialmente priva di steccato (che verrà poi costruito alla bell’e meglio in legno). Unica cosa uguale ad oggi, la nostra postazione in buca alla “curva del gommaio”. A quei tempi non si pagava il biglietto d’ingresso e non c’erano molte norme di sicurezza, questo ci spiega la buca così piena di gente, tanto da definire “fortunati” quelli che il palio lo vedevano dai tetti dei palazzi affacciati su Piazza Aldo Moro. Allora i cavalli andavano su ingaggio e la tratta non esisteva, perciò avere più soldi significava maggiori probabilità di poter prendere, nel verso senso della parola, il così detto “bombolone”. Velocemente in quegli anni le contrade da 16 divennero 12, andando a perdere Querce, Pinete, Galleno e Vedute. Negli anni 80 il cavallo veniva montato a sella, questo perché il palio, essendo nato come una festa paesana organizzata dai Fratres, aveva inizialmente le sembianze di una regolare corsa di cavalli. Finalmente nell’87 si decise di cominciare la monta a pelo, passaggio avvenuto in seguito alla crescita della manifestazione, che aveva come intento quello di assomigliare sempre di più al palio di Siena. L’arrivo della monta a pelo è anche il motivo per cui Aceto accettò finalmente di correre il palio per noi, visto che con la sella a detta sua non sarebbe mai montato.”
