Stamani abbiamo avuto l’occasione di parlare di persona con la Direttrice della mensa Bandini, alla quale abbiamo chiesto se ci fossero novità da parte della Regione Toscana e dai componenti del Consiglio d’Amministrazione del DSU; la risposta è stata negativa, anche se si è schierata a favore della causa degli occupanti della mensa, posizione che non ha quindi portato a disordini.
La mensa Bandini sta chiudendo per una ristrutturazione e messa in sicurezza sismica, interventi che però non sarebbero al momento attuabili a causa di una suddetta “mancanza” di fondi: in realtà, ricordiamo che il bilancio di esercizio del 2020 del DSU si è chiuso con un utile di circa €3.300.000, che la Regione Toscana può reinvestire – interamente o parzialmente – nel diritto allo studio; in aggiunta a ciò, anche l’Universitá degli Studi di Siena ha chiuso un bilancio di esercizio del 2020 non sottivalutabile, pari a circa €12.000.000, che però preferisce investire nella costruzione di un Polo Hi-tech completamente in linea con le esigenze del mercato, senza neanche preoccuparsi delle conseguenze che la mancanza della Bandini potrebbe creare.
Ci teniamo a ribadire che non siamo contro la ristrutturazione e la messa in sicurezza di Bandini, ma contro ciò che è la reale volontá del DSU: chiudere questa mensa, lasciando tutto il carico sulla mensa Sant’Agata.
Ad ogni modo, vista l’immobilità del DSU e della Regione, continueremo l’occupazione e l’autogestione del posto come aula studio e spazio per le assemblee studentesche. Riteniamo assolutamente deplorevole il comportamento delle Istituzioni e degli enti, complici del definanziamento al diritto allo studio e dei tagli ai servizi pubblici, nonché della mancata tutela della sicurezza degli studenti e dei lavoratori della mensa: è giusto ricordare che già dall’acquisto di Bandini nel 2013 i problemi strutturali erano ben visibili, ma è evidente che per il Consiglio d’Amministrazione del DSU sia più importante gestire il diritto allo studio con una politica di contenimento dei costi, senza una reale pianificazione che veda a 360° la situazione delle città universitarie toscane.
Ci teniamo ad evidenziare quindi che non mancano i soldi da stanziare per la ristrutturazione di Bandini e la sua messa in sicurezza, ma la volontà politica.
L’occupazione di Bandini continuerà, con una programmazione dello spazio che è possibile consultare ogni giorno nei nostri canali social, e nel caso in cui non ricevessimo risposta dagli enti competenti manifesteremo la nostra posizione all’interno delle Istituzioni presenti in città.
Cravos Siena
