Un’operazione resa possibile anche grazie al coinvolgimento di Prefettura, Università per stranieri, associazioni del terzo settore, medici di famiglia, pediatri di libera scelta. Tante e diverse le situazioni delle persone che si sono presentate. Come Sabine El Husseini, la prima vaccinata alle 14.30: “Sono di nazionalità libanese-russa, a Siena studio e lavoro, ho colto subito la possibilità di potermi vaccinare”. Oppure Mohammad, che arriva da una terra martoriata come l’Afghanistan: “Da circa un anno sono in Italia, la mia famiglia è rimasta a Kabul ma ho avuto notizie che è in sicurezza”.
Nel corso della giornata gli operatori hanno risolto anche molte richieste di chiarimenti di stranieri. Tra cui quelle di un giovane ghanese, appena arrivato e in procinto di iniziare un master all’Università degli studi, in cerca di conferme sulla validità del vaccino Johnson&Johnson ricevuto in patria ai fini dell’ottenimento del Green pass necessario per accedere ai laboratori dell’ateneo.
Un’ampia casistica, tra nuclei familiari e stranieri indirizzati al centro delle Scotte per esempio dalla Caritas, con differenti problematiche da risolvere, che ha consentito di intercettare tante persone che altrimenti avrebbero rischiato di non essere coinvolte nella campagna vaccinale.
L’accesso al centro al policlinico delle Scotte era libero, cioè senza bisogno di prenotazione: per accedere alla vaccinazione i cittadini stranieri si sono presentati con un documento di riconoscimento e la tessera sanitaria, oppure i certificati Stp (Straniero temporaneamente presente) e Eni (Europeo non iscritto). In caso di mancata disponibilità di questi certificati, è stato sufficiente il documento di riconoscimento.
