Durante il Consiglio Comunale di ieri, 3 novembre, Bruno Valentini (Pd) ha chiesto, con un’interrogazione, lumi sul futuro del Complesso museale Santa Maria della Scala.
Nell’illustrazione il consigliere ha citato il programma elettorale del sindaco in cuirisultava, tra le altre, che <<il Santa Maria diventerà il perno di un nuovo modo di intendere la politica culturale e di elaborare un’offerta turistica di alto livello>>. Successivamente ha ricordato che <<da giugno 2021 si è arrivati al varo di una Fondazione per il Santa Maria della Scala, per la quale, al momento, sono state definite solo le poltrone del vertice, ma manca ancora la ratifica prefettizia e soprattutto un’ennesima delibera di consiglio per attribuire al nuovo soggetto finanziamenti, competenze e personale>>. Valentini ha dunque aggiunto che <<non si ha notizia di possibili partner della Fondazione>>, e criticato le iniziative culturali <<tante, ma mai di alto livello>>.
Per queste ragioni il consigliere ha interrogato il sindaco <<per avere una sua valutazione obiettiva sul grado di realizzazione degli impegni elettorali assunti, e per sapere se nel tempo che rimane per la chiusura dell’attuale mandato, quali progetti siano previsti, anche in chiave di attrattività turistica, dato che i tempi di realizzazione di grandi mostre sono lunghi, come dimostrato dall’esposizione dedicata ad Ambrogio Lorenzetti e inaugurata dal Presidente della Repubblica, con un lavoro preparatorio di almeno due anni>>.
A rispondere il sindaco Luigi De Mossi che ha immediatamente sottolineato come <<questa amministrazione ha raggiunto un risultato che in oltre 50 anni di governo il partito dell’interrogante non ha mai raggiunto, ovvero la nascita della Fondazione Santa Maria della Scala e questo, che piaccia o no, rimarrà e connoterà l’azione di questo mandato>>. Il sindaco ha stigmatizzato poi il fatto che <<è stato imposto al consigliere Masi del Pd di votare contro in aula, costringendolo a un ripensamento e a inghiottire l’ennesima figura contradditoria. Nonostante una parte della minoranza, così come lo stesso Masi, avesse collaborato e votato a favore>>.
Il primo cittadino ha poi informato l’aula che proprio in queste ore <<il capo di Gabinetto del ministero dei Beni Culturali, Lorenzo Casini, ha nominato Paola Passarelli nel collegio dei revisori dei conti: dunque ora, e solo ora, siamo al completo. Al contrario nell’interrogazione si parla di poltrone di vertice: questo è il suo stile politico che riconduce solo a una spartizione di posti>>, mentre <<dovremmo essere riconoscenti a chi si è messo a disposizione della città>>. Rivolgendosi direttamente a Valentini, il sindaco ha detto che <<se questa era la sua ambizione poteva candidarsi e contribuire a far crescere questo progetto>>.
De Mossi, dopo aver definito <<perfino stucchevole rispondere a chi sa dire sempre e solo no ed è contro a tutto>>, ha ricordato che <<amministrare non è come fare footing con il cane>>, e che <<l’accordo con la Sovrintendenza non è del 2017 ma risale al 2000: sono passati più di 20 anni e non è stato fatto niente>>. A questo punto De Mossi ha invitato Valentini a <<leggere il suo di programma elettorale e di ricordarsi di tutto quello che non ava fatto nel precedente mandato. Senza dimenticare il culmine: avete privato Siena del Monte dei Paschi che oggi è ridotto a brandelli dai vostri stessi rappresentanti politici>>. Il sindaco infine gli chiesto perché <<continuate a criticare Siena Parcheggi, e al contrario, portate avanti questa difesa di ufficio di Opera Laboratori Fiorentini>>.
<<Il sindaco – ha dichiarato Bruno Valentini nella controreplica – non ha risposto alla mia interrogazione>>.
Roberta Ferri
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