Italia: Visita del Presidente Meloni in Mozambico e Congo

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in visita a Brazzaville in Congo, ha incontrato il Presidente della Repubblica Denis Sassou N’Guesso. Al termine hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa.

[Dichiarazioni alla stampa con il Presidente della Repubblica del Congo]

Grazie mille, buongiorno a tutti.
Voglio ringraziare il Presidente Nyusi per la sua straordinaria accoglienza. In questa visita che è sicuramente breve, io avrei voluto che fosse più lunga, c’è una situazione non facile che affrontiamo a livello internazionale ma ho in ogni caso preferito, seppur comprimendo i tempi, non far mancare la mia presenza qui in Mozambico perché le nostre sono Nazioni che hanno un lunghissimo portato di cooperazione, sono Nazioni legate da un’amicizia profonda, un legame che nasce ancora prima della indipendenza nel 1975, che si basa su un partenariato unico, frutto anche di quel ruolo di mediazione che l’Italia svolse per porre fine alla guerra civile con gli Accordi di pace firmati a Roma nel 1992.
E quindi c’è qualcosa di più nel nostro legame rispetto alla normale cooperazione bilaterale tra due Nazioni. Noi abbiamo avuto oggi con il Presidente Nyusi un lungo, cordiale colloquio, abbiamo fatto il punto sull’eccellente collaborazione tra Italia e Mozambico e siamo d’accordo sul fatto che si possa fare di più.

Il Mozambico è una Nazione che ha enormi prospettive, potenzialità di ulteriore crescita, che ha un ruolo molto importante sul piano geostrategico, chiaramente nella regione dell’Indo-Pacifico, la cui prosperità e stabilità è fondamentale non solo per l’Africa ma anche per l’Europa e conseguentemente per il resto del mondo.
I rapporti economici e commerciali tra noi sono estremamente solidi, l’Italia da sempre svolge un ruolo significativo dal punto di vista infrastrutturale, le aziende italiane che operano qui mettono a disposizione dello sviluppo e del tessuto imprenditoriale locale, le loro migliori capacità tecnologiche e produttive, ringrazio il Presidente per le parole che ha rivolto alle nostre aziende, al nostro know-how, alla concretezza, alla capacità, all’eccellenza che l’Italia è capace di portare nel mondo che, dal nostro punto di vista, dal mio punto di vista e dal punto di vista del Presidente, possono allargarsi anche a nuove e maggiori forme di collaborazione.

Chiaramente il fiore all’occhiello di questa nostra cooperazione è quello del settore energetico, soprattutto grazie alla presenza sul territorio dell’Eni. Noi siamo d’accordo con il Presidente nel ritenere che i giacimenti scoperti al largo delle coste settentrionali del Mozambico siano una enorme opportunità per lo sviluppo di questa Nazione, anche per rafforzare i nostri rapporti.
Il Governo italiano considera oggi l’energia un fattore sempre più decisivo, soprattutto nel partenariato strategico tra Europa e Africa. Noi dobbiamo uscire, dal mio punto di vista, da una forma di cooperazione che ha avuto in passato un approccio troppo paternalistico, se vogliamo un po’ caritatevole.
Non è questo che serve per costruire rapporti solidi e duraturi tra le Nazioni. Quello che serve è trovare investimenti di lungo periodo che diano un beneficio a tutti gli attori, che mettano insieme interessi di Nazioni diverse.
Oggi l’energia è uno di questi fattori perché noi abbiamo avuto una crisi internazionale, ci siamo ritrovati in Italia in una condizione difficile rispetto al tema dell’approvvigionamento energetico, l’Europa ha un problema di approvvigionamento energetico, l’Africa è potenzialmente un enorme produttore di energia, di qualsiasi tipo di energia. Le due cose, dal nostro punto di vista, se messe insieme, possono costruire un futuro di cooperazione diverso tra i nostri continenti.
Riguarda oggi il tema dell’energia, ma può anche riguardare il tema delle materie prime. L’Africa non è un continente povero, l’Africa è un continente che ha moltissime materie prime. Il punto è riuscire ad aiutare e a sostenere la possibilità e la capacità delle Nazioni di processare quelle materie prime e quindi di poter vivere e prosperare semplicemente con le tante risorse delle quali il continente africano dispone.

L’agricoltura è un altro settore enorme in un continente che ha il 60% di terre coltivabili, non sempre vengono coltivate, non è questo il caso del Mozambico, in Mozambico sicuramente si fa da questo punto di vista un lavoro importante, che insomma è una delle forme centrali, degli elementi centrali dell’economia, ma sicuramente anche lì il know-how, la tecnologia italiana, possono magari aiutare a rendere le aziende più grandi, più competitive anche a livello internazionale.

Il turismo. Ho confessato al Presidente Nyusi che sono stato turista in Mozambico qualche anno fa, diversi anni fa, e che qui c’è obiettivamente un potenziale nello sviluppo del turismo incredibile e straordinario sul quale pure siamo pronti a offrire il nostro know-how, investimenti, a lavorare insieme per capire dove e come si possa valorizzare anche questa risorsa.

Abbiamo parlato di lotta al terrorismo, perché ovviamente la stabilità e la pace sono la base di qualsiasi investimento strategico. Noi chiaramente invitiamo le nostre aziende, vogliamo spingerle a investire sempre di più. C’è un lavoro sulla lotta al terrorismo che è precedente e che possiamo fare e continuare a fare insieme. Il Presidente sa bene che l’Italia partecipa con un proprio contingente alle missioni europee, continuiamo a essere pronti a fare la nostra parte.
A luglio è entrato in vigore il nostro accordo di cooperazione strategica sulla difesa e forse quello è anche un ambito nel quale poter meglio cooperare insieme nella lotta al terrorismo perché senza stabilità è molto più difficile produrre anche il benessere del quale c’è bisogno.

Abbiamo parlato della Conferenza Italia-Africa, che era prevista a novembre, ma abbiamo scelto di rinviarla ai primi giorni di gennaio per cercare di capire meglio il quadro della situazione internazionale che intanto sta evolvendo.
Il Presidente ha garantito non solo la cooperazione e la collaborazione del Mozambico nella stesura di quel Piano Mattei che vogliamo presentare alla Conferenza Italia-Africa, anche alla sua presenza.
Dico “cooperazione” nella stesura del Piano perché non ci sarebbe niente di nuovo se noi pretendessimo di scrivere un Piano da presentare all’Africa. Una cosa nuova può essere scriverlo insieme. E quindi capire dove vanno fatte, dove vanno stabilite le priorità e come portare avanti insieme una strategia.
E, chiaramente nella Conferenza Italia-Africa vorremmo presentare il Piano Mattei per l’Africa, sostenuto tra l’altro dal nostro Fondo Clima, anche il tema dei cambiamenti climatici è per noi molto importante, impatta soprattutto sulle Nazioni africane.
Noi abbiamo già annunciato, e lo ribadisco, che il 70% del nostro Fondo Clima sarà dedicato all’Africa. Parliamo di circa 3 miliardi di euro, un investimento sicuramente importante, con il quale vorremmo anche spingere a un nuovo approccio e a una nuova cooperazione tutta l’Unione europea.

L’Italia è la porta d’ingresso nel rapporto tra Africa e Unione europea, noi siamo i “dirimpettai”, e dobbiamo saper utilizzare il nostro ruolo geografico anche per una capacità di leadership politica, ma confidiamo che questa sia una necessità che non comprendiamo solamente noi.
E quindi continuando a parlarsi, in maniera tale da costruire risposte che possano essere concrete, perché questo fa la differenza, penso che un’amicizia che è già stata solida nel passato, che è solida da tanti anni, possa avere un ulteriore rafforzamento nei prossimi anni. Quindi è questa la ragione per la quale sono venuta qui, per conoscere personalmente il Presidente e per raccontare le priorità strategiche che l’Italia si è data con l’attuale Governo.

Grazie ancora Presidente, grazie a tutto il popolo del Mozambico, grazie a tutti per l’accoglienza. Purtroppo è stata una visita breve ma è una scusa per tornare in un’altra occasione presto. Grazie.

 

In mattinata ha incontrato a Maputo, in Mozambico, il Presidente della Repubblica Filipe Nyusi. Al termine dell’incontro hanno rilasciato le dichiarazioni alla stampa. In seguito, dopo la visita al Cacciatorpediniere Classe Ammiragli della Marina Militare “Durand de la Penne”, ha tenuto un punto stampa.

[Punto stampa in Mozambico]

Domanda: Qual è l’obiettivo della visita? 

Presidente Meloni: L’obiettivo della visita è rafforzare un partenariato molto forte che noi abbiamo con il Mozambico, un’antica amicizia, che risale addirittura prima della guerra d’indipendenza e che oggi ha numerosi elementi strategici in comune. Sicuramente il tema energetico, una materia fondamentale che può legare molto di più il destino dell’Europa con il destino dell’Africa e quindi il destino di due Nazioni che sono state pioniere su questa materia in Africa e in Europa come Italia e Mozambico, ma poi sviluppare un partenariato che consenta al continente africano e a Nazioni come questa di poter valorizzare di più le tante risorse delle quali dispongono.
Dalla terra alle materie prime, e quindi l’agricoltura, il turismo e quindi la capacità di processare quelle materie prime.
Questo Governo italiano ha dato dall’inizio del suo mandato una grande attenzione ai rapporti col continente africano e quindi un partenariato che è già solido secondo me anche con i rapporti personali che nascono e con una visione comune, una capacità di scambio comune sulle necessità, può sicuramente dare frutti ancora migliori per il futuro.

Domanda: Il Governo di Israele ha suggerito di tornare casa -domanda poco comprensibile-, ma Hamas ha invitato i cittadini a restare. Si prepara un attacco, c’è il rischio di un’escalation? ha delle informazioni?

Presidente Meloni: Quello che posso dirle è che noi stiamo, in queste ore, lavorando con tutti gli attori della regione. Come ha visto io ho sentito nei giorni scorsi diversi Capi di stato e di governo non solo ovviamente Benjamin Netanyahu ma anche il primo ministro libanese, lo sceicco degli Emirati Arabi Uniti, del Qatar, il Presidente Al Sisi, il Re di Giordania. Stiamo cercando di scambiare informazioni e di mantenere i contatti a 360 gradi proprio per lavorare il più possibile per evitare un’escalation che possa portare a un conflitto regionale e quindi molto più esteso.
È una fase sicuramente molto delicata oggi il Ministro degli esteri -come voi sapete- Antonio Tajani è in Israele e sarà anche in Giordania. Credo che sia una fase nella quale sia a livello di alleati avete visto il Formato Quint l’altra sera, ma insomma ci stiamo sentendo anche bilateralmente sia a livello degli attori che possono essere coinvolti nella regione, bisogna mantenere le interlocuzioni al più alto livello possibile.
Io confesso di essere abbastanza preoccupata dallo scenario generale, ma penso che c’è un lavoro che si possa fare e che non a caso stiamo facendo per evitare che il conflitto possa avere un’escalation che sfugge dal controllo.

Domanda: C’è un livello di allerta particolare in Italia?

Presidente Meloni: Non c’è attualmente un livello particolare di allerta ora in Italia. Una delle primissime cose che abbiamo fatto nel giorno degli attacchi atroci di Hamas è stato proprio quello di rafforzare la sicurezza, intanto dei luoghi sensibili, delle nostre comunità ebraiche.
Chiaramente il rischio, io ve l’ho detto giorni fa, che ci possa essere un’emulazione guardi, io sono stata estremamente colpita e secondo me è un elemento di valutazione di questa vicenda dal fatto che i miliziani di Hamas volessero riprendere scene così atroci. È una cosa che secondo me deve fare riflettere nella dinamica di questi giorni e chiaramente questo può portare anche al rischio che qualcuno ritenga di dover emulare un tale terrore.
Tutti i nostri servizi di sicurezza sono su questo allertati, ovviamente.
Credo che alcune valutazioni si debbano fare, anche sul tema di controllare chi entra e chi arriva, particolarmente sulla rotta balcanica, però è uno degli elementi sui quali lavoriamo incessantemente, anche la ragione per la quale oggi abbiamo stretto questa visita, che era molto importante, ma in una fase che è delicata, per cui da una parte non volevamo dare un segnale che magari sarebbe stato colto come minore attenzione, dall’altra però è una fase nella quale lavoriamo incessantemente.

Domanda: C’è preoccupazione per la risposta che ci può essere da parte di Israele e sulla proporzionalità di questa reazione? Parliamo ovviamente dei missili su Gaza, del fatto che si è tolta la corrente in una situazione già umanitaria complessa. 

Presidente Meloni: Guardi, il tema umanitario è un tema sul quale ci siamo mossi nei giorni scorsi. È sicuramente una delle questioni che sono state poste dai nostri interlocutori nei giorni che abbiamo avuto e su questo il ruolo della Giordania, il ruolo dell’Egitto possono essere ruoli delicati, così come il tema degli ostaggi sui quali ci sono interlocutori che si stanno muovendo per capire se ci sono i margini per trovare una soluzione.
È una situazione delicata, per cui penso che tutto quello che si può fare è continuare a dialogare, a parlare e a fare quello che è possibile fare. Non è facile neanche nella posizione di Israele, dopo le immagini che si sono viste.
Non è una situazione facile e quindi bisogna muoversi con cautela.

 

[Dichiarazioni alla stampa con il Presidente della Repubblica del Mozambico]

 

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