Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato in Egitto al Vertice del Cairo per la pace.
A margine dei lavori, il Presidente Meloni ha avuto incontri bilaterali con il Presidente della Palestina, Mahmoud Abbas, e con il Presidente della Repubblica Araba d’Egitto, Abdel Fattah Al-Sisi, e , in seguito, ha tenuto un punto stampa.
[Punto stampa]
Domanda: [inaudibile]
Presidente Meloni: Con Abbas ci siamo detti quello che diciamo anche fuori, che bisogna lavorare per una de-escalation, che credo sia anche il modo più serio per lavorare su una de-escalation vera: continuare a lavorare, come io ho detto anche nello speech che avrete sentito, su una soluzione di lungo termine; che quella soluzione può essere solamente la soluzione dei due Stati; c’è un lavoro pregresso che è stato fatto, che va ripreso e che secondo me va costruito anche con una tempistica decisa.
Chiaramente ci vuole un grande impegno della comunità internazionale, non facile se prima non si riesce a dare risposte che, secondo me, possono partire da una parte dal tema degli aiuti umanitari per la Striscia -su cui l’Italia lavora, l’Unione Europea come sapete ha triplicato l’ammontare degli aiuti -, dall’altra parte un lavoro importante va fatto sul tema degli ostaggi, che sarebbe un altro segnale significativo. È un lavoro molto delicato che però bisogna continuare a fare. E credo che sia soprattutto un lavoro di dialogo che va fatto tra i Paesi occidentali e i Paesi arabi.
Domanda: A proposito degli ostaggi, Abbas ha chiesto che vengano liberati da una parte e dall’altra. L’ha ribadito anche nella conversazione con lei?
Presidente Meloni: Ma guardi, tutto quello che si può fare per cercare di impedire una escalation, secondo me è buono e giusto. La cosa più importante che va fatta secondo me ed è la ragione per la quale io sono qui oggi, è capire che siamo tutti sulla stessa barca: la mia idea di quello che è accaduto, per le modalità con cui Hamas ha attaccato Israele, è che la causa palestinese non c’entri assolutamente nulla. Quello che si sta perseguendo è una jihad islamica; quello che si sta perseguendo è il tentativo di impedire un processo di normalizzazione nel Medio Oriente. E quindi il target di quell’aggressione non era semplicemente Israele, ma anche le Nazioni arabe che avevano tentato di fare dei passi in avanti nella normalizzazione dei rapporti con Israele, perché per alcuni la strategia è una strategia di lungo periodo, che per cancellare Israele vuole renderla una terra inospitale. Chiaramente degli accordi che normalizzano i rapporti in quel territorio sono totalmente controproducenti per questa strategia e per questo andavano fermati.
Ma significa che l’Europa, Israele, l’Occidente, gli Stati Uniti e – non lo so – le monarchie del Golfo sono tutti sulla stessa barca. E per questo è molto importante che noi continuiamo a dialogare con queste Nazioni, perché ci sarà, e c’è secondo me dall’inizio, un tentativo e una strategia di divisione, di creare la guerra di religione, lo scontro tra civiltà. Non lo deve diventare perché non lo è. Voi avete visto che dall’inizio io ho parlato soprattutto con questi Paesi, con i Paesi del Golfo, con i Paesi del Nordafrica, con i Paesi mediterranei, con i Paesi arabi. Credo che sia fondamentale continuare a portare avanti questa strategia, è la cosa più preziosa che abbiamo, e quindi anche la presenza anche a livello di leader per l’Italia. Io ho fatto questa scelta volutamente e, secondo me, i leader devono esserci in questi momenti. Poi non si otterranno oggi risultati concreti, già l’apertura del valico di Rafah è un risultato concreto: è stato possibile forse anche perché qui c’era una conferenza. Piccoli passi a piccoli passi, ma non bisogna smettere di dialogare con questi Paesi, non bisogna cadere in una trappola che secondo me è stata confezionata.
Domanda: Cosa chiederà a Netanyahu?
Presidente Meloni: Io a Netanyahu voglio fare questo ragionamento. Ovviamente voi sapete come noi difendiamo il diritto di Israele a esistere, il diritto di Israele a difendersi, il diritto di Israele, anche di fronte a scene che abbiamo visto di totale disumanizzazione del popolo ebraico. Questa è la cosa che secondo me non è stata pienamente colta. In quelle immagini c’era un antisemitismo che viene molto prima della questione israelo-palestinese e quindi noi difendiamo il diritto di Israele a esistere, a difendersi, a garantire la sicurezza per i suoi cittadini. Ma anche qui, credo che il modo migliore, anche per difendere il diritto di Israele, sia non consentire l’isolamento di Israele dalle Nazioni che hanno lavorato per un processo di normalizzazione, e quindi il più possibile impedire che il conflitto si propaghi perché questo secondo me è il disegno che hanno alcuni che hanno mosso diciamo il primo attacco di Hamas.
Domanda: Presidente ma questa tragedia potrebbe essere il punto di non ritorno per fare dei passi in avanti sui due Stati?
Presidente Meloni: Sicuramente. Io penso che sì, penso che oggettivamente tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. E non possiamo negare che in questi anni siamo stati più attenti ad altre priorità sul piano internazionale e che quindi non sono stati fatti, forse, tutti gli sforzi che erano necessari per mandare avanti un processo che era maturo. Perché è maturo. Purtroppo noi sempre quando siamo sull’orlo del baratro ci occupiamo seriamente delle questioni. Nella tragedia può essere un’occasione, bisogna coglierla. Per cui spero che ci sia responsabilità, da questo punto di vista, da parte di tutta la comunità internazionale – ma mi pare di coglierla – per accelerare sul processo, per dare, come dicevo, anche una tempistica chiara di quello che deve accadere, perché altrimenti si rischia che oggi otteniamo una soluzione temporanea e poi ricominciamo a occuparci prevalentemente di altro.
E se non si trova una soluzione che è strutturale, è ciclico quello che accade e che accadrà anche nel futuro e non è distante da quello che vediamo accadere in questi giorni.
Domanda: Presidente, lungi da noi inserirci nella sua privacy, come sta? Quanto le è costato oggi venire qui?
Presidente Meloni: Sto molto bene, faccio il mio lavoro come sempre.
[Intervento del Presidente Meloni]
Presidente Al-Sisi, la ringrazio per la velocità e la determinazione con le quali ha inteso organizzare questa conferenza.
Conferenza che io considero molto importante dopo il terribile attacco di Hamas lo scorso 7 ottobre che, dobbiamo ricordare, si è abbattuto contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti, che lascia inorriditi e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità.
Per l’Italia era doveroso partecipare a questa Conferenza, per il ruolo che storicamente l’Italia svolge come ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo, Medio Oriente. E lo era per le possibilità che questo Vertice prospetta, nonostante le posizioni di partenza possano a tratti sembrare distanti perché, se anche i nostri punti di vista di partenza non fossero perfettamente sovrapponibili, perfettamente sovrapponibile è il nostro interesse, l’interesse di tutti i leader seduti attorno a questo tavolo. E cioè l’interesse a che quello che sta accadendo a Gaza non diventi un conflitto molto più ampio, non si trasformi in una guerra di religione, in uno scontro tra civiltà, rendendo vani gli sforzi che pure coraggiosamente in questi anni sono stati fatti in senso contrario per normalizzare i rapporti.
Perché l’impressione che ho io – e lo dirò con la franchezza che mi è propria – è che, per le modalità con le quali si è svolto, fosse questo il vero obiettivo dell’attacco di Hamas: non difendere il diritto del popolo palestinese, ma costringere ad una reazione contro Gaza che minasse alla base fase ogni tentativo di dialogo e creasse un solco incolmabile tra i Paesi Arabi, Israele, l’Occidente, compromettendo definitivamente pace e benessere per tutti i cittadini coinvolti, compresi quelli che si dice di voler difendere e rappresentare.
Significa che il bersaglio siamo tutti noi. E io non credo che noi possiamo cadere in questa trappola: sarebbe una cosa molto, molto stupida.
È la ragione per la quale io credo che sia importante essere qui, per la quale credo sia molto importante continuare a dialogare e ragionare.
Io credo che ci siano alcuni punti fermi da ribadire.
Il primo. Il terrorismo ha colpito il mondo musulmano più di quanto abbia colpito l’Occidente. Le azioni terroristiche che si sono succedute nel tempo hanno, di fatto, indebolito le legittime istanze dei popoli, soprattutto nel mondo musulmano. In questa dinamica si inserisce la scelta di Hamas che usa il terrorismo per impedire qualsiasi dialogo e qualsiasi prospettiva di arrivare, anche per il popolo palestinese, a una soluzione concreta.
Ma nessuna causa giustifica il terrorismo. Nessuna causa giustifica azioni scientemente studiate per colpire civili inermi. Nessuna causa giustifica donne massacrate e neonati decapitati volutamente ripresi con una telecamera. Nessuna causa.
Di fronte ad azioni di questo tipo, uno Stato è pienamente legittimato a rivendicare il suo diritto all’esistenza, alla difesa, alla sicurezza dei propri cittadini e dei propri confini.
Ma – punto secondo – la reazione di uno Stato non può e non deve mai essere motivata da sentimenti di vendetta. Per questo gli Stati sono quello che sono, sono il nostro punto di riferimento. Uno Stato fonda la sua reazione sulla base di precise ragioni di sicurezza, commisurando la sua forza, tutelando la popolazione civile. Questo è il confine nel quale la reazione di uno Stato di fronte al terrorismo deve rimanere e io sono fiduciosa che sia anche la volontà dello Stato di Israele.
Punto terzo. La nostra priorità immediata resta l’accesso umanitario, che è indispensabile per evitare ulteriori sofferenze della popolazione civile, ma anche esodi di massa che contribuirebbero a destabilizzare questa Regione. È qualcosa di cui non abbiamo bisogno.
Considero molto importante il lavoro di mediazione che è stato fatto da diversi degli attori presenti a questa Conferenza in questo senso. Considero molto importante la decisione della Commissione europea di triplicare gli aiuti umanitari a Gaza, portandoli a oltre 75 milioni di euro. Anche l’Italia lavora per aumentare gli aiuti bilaterali, ma chiaramente l’aumento di risorse deve essere accompagnato da un rigidissimo controllo su chi utilizza quelle risorse.
Sono incoraggianti le novità che arrivano da questa mattina. Presidente Al-Sisi la ringrazio anche per questo.
Siamo molto preoccupati per la sorte degli ostaggi nelle mani di Hamas, tra questi come sapete ci sono anche degli italiani, e noi chiediamo l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi, a partire chiaramente da donne, bambini, anziani.
È importante continuare a lavorare insieme per l’uscita da casa dei soggetti fragili e dei civili stranieri.
E, su tutto, noi dobbiamo fare l’impossibile per evitare una escalation di questa crisi, per evitare di perdere il controllo di quello che può accadere, perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili.
E il modo più serio per ottenere questo obiettivo è la ripresa di un’iniziativa politica per una soluzione strutturale della crisi sulla base della prospettiva dei due popoli e due Stati. Una soluzione che deve essere concreta e deve, a mio avviso, avere una tempistica definita.
Il popolo palestinese deve avere il diritto a essere una Nazione che si governa da sé, in libertà, accanto a uno Stato di Israele al quale deve essere pienamente riconosciuto il diritto all’esistenza e il diritto alla sicurezza.
Su questo l’Italia è pronta a fare assolutamente tutto ciò che è necessario.
Grazie ancora Presidente.
ncontro bilaterale con il Presidente della Repubblica araba d’Egitto

A margine del Vertice per la Pace del Cairo, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un incontro con il Presidente della Repubblica araba d’Egitto, Abdel Fattah al-Sisi.
Il colloquio si è incentrato sul grave conflitto in corso in Medio Oriente e sulla necessità di sostenere un’urgente e coordinata azione diplomatica volta a contenere la sua ulteriore espansione. In questo senso, il Presidente Meloni ha sottolineato l’importanza del Vertice organizzato dal Cairo e il confronto tra tutti gli Stati partecipanti. L’incontro è stata anche un’occasione per approfondire le urgenti necessità umanitarie a Gaza.
Italia ed Egitto continueranno a lavorare nelle prossime settimane in uno spirito di rafforzata collaborazione.
Incontro bilaterale con il Presidente Mahmud Abbas
21 Ottobre 2023

A margine del Vertice del Cairo per la Pace, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un lungo e cordiale incontro bilaterale con il Presidente Mahmud Abbas.
Nel corso del colloquio, è stato confermato il sostegno dell’Italia alla legittima Autorità rappresentativa del popolo palestinese, il quale certamente non si identifica con Hamas. Ribadito inoltre il sostegno alla prospettiva dei due Stati.
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