Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, partecipa a Bruxelles al Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre. All’arrivo all’Europa Building ha tenuto un punto stampa.
[Punto stampa del Presidente Meloni]
Domanda: Un appello per l’Europa unita per la de-escalation e aiuti umanitari a Gaza soprattutto.
Presidente Meloni: Sicuramente un impegno comune per una de-escalation, per evitare un conflitto che potrebbe avere oggettivamente delle proporzioni oggi inimmaginabili. Mi pare che su questo ci sia pienezza di intenti, unità di intenti, e sicuramente il dibattito servirà a capire nel concreto che cosa l’Unione europea possa fare. Io penso che l’Unione europea possa giocare un ruolo importante in questa fase. Ho detto ieri in Parlamento e ribadisco qui che credo che uno degli strumenti più efficaci per sconfiggere Hamas, sia dare una concretezza e una tempistica alla soluzione della questione palestinese. Dare maggiore peso all’Autorità Nazionale Palestinese. Questo è un ruolo che l’Unione europea, secondo me, può giocare in questa fase ed è sicuramente una delle grandi chiavi di volta sulla soluzione in medio periodo. Poi, nell’immediato, chiaramente, c’è il tema umanitario, c’è il tema degli ostaggi, dei cittadini stranieri che attendono di uscire dalla Striscia di Gaza, del ripristino del valico di Rafah, insomma, tutte le questioni delle quali abbiamo discusso. Quindi c’è un immediato e c’è un medio termine che però non deve essere considerato come un “ne riparliamo dopo”, perché io continuo a ritenere che quello sia una delle cose più efficaci che si possono fare per aiutare la de-escalation, cioè per svelare un bluff che secondo me Hamas porta avanti, vale a dire quello di aver fatto le cose atroci che ha fatto per difendere la causa palestinese. Io credo che non c’entri assolutamente niente Hamas con la causa palestinese e credo che sia giusto trovare un modo per raccontarlo, per ribadirlo a chi già lo sa, e magari per raccontarlo a chi non la vede così.
Domanda: Cosa vi siete detti con Macron e Scholz nel trilaterale di poco fa?
Presidente Meloni: No, ma nel trilaterale di poco fa eravamo impegnati sulla soluzione di un altro scenario attualmente critico che è quello tra Serbia e Kosovo. Stiamo cercando di trovare una soluzione sulla base di un lavoro molto lungo che è stato fatto particolarmente da Italia, Francia, Germania e dall’Unione europea. Stiamo cercando di fare i passi avanti e abbiamo chiesto ad entrambi i leader di fare dei passi in avanti rispetto all’implementazione dei documenti e degli accordi che insieme sono stati redatti negli scorsi anni e negli scorsi mesi. Vedremo come va nel corso della giornata, speriamo di fare dei passi in avanti, ma insomma i territori e gli scenari critici sono sempre di più. E ci racconta qualcosa, anche questo l’ho detto già ieri in Parlamento, quando la Russia invase l’Ucraina, un anno e mezzo fa – e Io dissi al tempo- che se fossero saltate le regole della pacifica convivenza, le regole del diritto internazionale, noi ci saremmo trovati in un mondo nel quale il più forte pensava di poter liberamente invadere il suo vicino, un mondo sicuramente meno sicuro, un mondo di caos, un mondo che avrebbe impattato inevitabilmente a casa nostra, anche quando pensavamo che gli scenari fossero lontani. Mi pare che quello che accade in questi mesi racconti che questa ipotesi, che al tempo fu fatta, in realtà stia diventando abbastanza reale.
[Domanda inaudibile]
Presidente Meloni: Sono soddisfatta della lettera della Presidente von der Leyen, che ringrazio. Mi pare, tra l’altro, che il fatto che la Presidente von der Leyen, prima del Consiglio europeo, invii una lettera per fare stato dell’applicazione dei principi che noi abbiamo stabilito, sia qualcosa che va anche oltre il tema di “l’Unione europea è unita su una visione”, che è quello di cui si discute al Consiglio europeo. Qui siamo a come lo stiamo realizzando. E per me è molto significativo perché, come sapete, ho detto in passato che l’Unione europea aveva fatto un’inversione a U, comunque un grande cambio di passo nella lettura delle politiche migratorie, ma che adesso bisogna andare nel concreto. E quello che la Presidente von der Leyen ha dimostrato con la lettera di ieri, è che l’Unione europea intende andare avanti concretamente. Quindi credo che sia importante se anche prima dei Consigli europei si faccia sempre stato di questo lavoro perché eventualmente il Consiglio può, – anche io ma anche gli altri – dove ci dovessero essere rallentamenti o problemi, si può su quello investire di più. Però vuol dire che il tema non è più un tema di visione che sta in capo al Consiglio ma è un tema di fatti che sta in capo alla Commissione.
Domanda: La proposta della Commissione di un accordo possibile con l’Egitto, lei cosa si aspetta da questo essenziale accordo? E secondo lei cosa serve per evitare che si ripetano gli stessi problemi che si sono verificati sull’accordo con la Tunisia?
Presidente Meloni: Guardi, quello che serve è rispetto. L’ho detto e lo ribadisco. Perché non si può pensare di parlare con le istituzioni di un’altra Nazione, con l’approccio paternalistico, con questa idea di superiorità che noi delle volte dimostriamo. Se si decide di approcciare un proprio partner e se si decide di parlare di partnership strategica, poi si deve dimostrare rispetto. Questo delle volte verso la Tunisia è mancato e ha creato i problemi che sta creando, nel senso che abbiamo visto tentativi di dichiarare la Tunisia un “Paese non sicuro” da parte di esponenti politici, di forze politiche, di realtà politiche e di chi politicamente vuole minare la possibilità che l’Europa governi i propri flussi migratori. Insomma, sta nelle cose della politica quotidianamente. Il problema è che quando si parla di politica internazionale, geopolitica, di rapporti tra Stati, le cose cambiano. Però io ho sempre detto che secondo me il tema con la Tunisia, ma anche con l’Egitto, con i Paesi nordafricani e africani, perché poi sono molti, non sono solamente quelli del Nordafrica; quelli nel Nordafrica sono l’ultima frontiera di un problema che anche loro hanno dai Paesi di provenienza. In Tunisia entrano ogni giorno migliaia di persone. Io ho sempre detto che il tema non è andare in questi Paesi e chiedere, non lo so, ‘ti do delle risorse se mi controlli i flussi migratori’. Il tema è costruire una partnership molto più ampia che preveda anche, per esempio, investimenti, che preveda una migrazione legale, che preveda una migrazione legale sulla base di una formazione che viene fatta anche in loco, cioè un lavoro serio, perché ogni persona che governa una Nazione ha delle risposte da dare ai propri cittadini e io non penso di dover risolvere i problemi miei scaricandoli su qualcun altro, se non lo aiuto a risolvere anche i suoi.
Relazioni tra Serbia e Kosovo, due incontri a Bruxelles con Meloni, Macron e Scholz
A margine del Consiglio europeo, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto oggi – insieme al Presidente francese Emmanuel Macron, al Cancelliere tedesco Olaf Scholz e al Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel – due distinti incontri con il Presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vucic, e con il Primo Ministro della Repubblica del Kosovo, Albin Kurti.
L’obiettivo dei due incontri è stato quello di progredire nel dialogo tra Serbia e Kosovo, facilitato dall’Unione Europea in vista della normalizzazione delle relazioni tra le due Nazioni. E’ stato in particolare rivolto un invito a entrambe le parti a confermare il proprio impegno ad attuare le proposte dell’Unione Europea e ad astenersi da azioni che possono pregiudicare il dialogo.
Il Presidente Meloni ha reiterato il continuo e convinto sostegno del Governo italiano al percorso europeo di Serbia e Kosovo e di tutti gli altri Paesi dei Balcani occidentali nell’ottica di una necessaria riunificazione del Continente europeo.
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato a Bruxelles alla riunione del Consiglio europeo e all’Eurosummit.
Il 26 ottobre, a margine dei lavori, insieme al Presidente francese Emmanuel Macron, al Cancelliere tedesco Olaf Scholz e al Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel,ha avuto due distinti incontri con il Presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vucic, e con il Primo Ministro della Repubblica del Kosovo, Albin Kurti. Successivamente, all’arrivo all’Europa Building, ha tenuto un punto stampa.
Il 27 ottobre, al termine dei lavori del Consiglio europeo, ha rilasciato dichiarazioni alla stampa.
[Punto stampa del Presidente Meloni (27/10/2023)]
Presidente Meloni: Vi faccio io una panoramica. Discussione lunga, concreta, secondo me molto proficua, sui vari punti che si sono trattati nel Consiglio europeo. Sono soddisfatta delle Conclusioni che riguardano la crisi in Medio Oriente, riflettono la delicatezza della questione. Io ho trovato un confronto molto serio, molto maturo. L’Unione europea ha attualmente come priorità e ribadisce come priorità le stesse priorità che l’Italia pure aveva ribadito, e cioè fare del nostro meglio per evitare una escalation del conflitto, lavorare sul fronte umanitario e lavorare su una soluzione strutturale di lungo periodo, che però va immaginata ora, per la crisi israelo-palestinese, quindi essere concreti sulla soluzione dei due popoli e due Stati.
Dopodiché abbiamo parlato di Ucraina. Abbiamo confermato il nostro piano sostegno all’Ucraina, questione da non sottovalutare particolarmente nell’attuale contesto. Come vi ho detto, quando un anno e mezzo fa la Russia invase l’Ucraina, qualcuno di noi disse al tempo che se fossero saltate le regole della pacifica convivenza noi avremmo visto molti altri territori di crisi e purtroppo è quello che vediamo in questi giorni e questa è la ragione per la quale io penso che a maggior ragione ora occorre continuare a mantenere, a non abbassare la guardia sul nostro sostegno all’Ucraina.
Si è parlato ovviamente molto di economia, a partire dalla revisione di medio termine del bilancio pluriennale. Nelle Conclusioni del Consiglio entrano due questioni molto care all’Italia, e cioè immaginare di trovare una soluzione entro la fine dell’anno e lavorare su una logica di pacchetto.
In quel pacchetto per noi c’è una priorità che è quella della migrazione, particolarmente per lavorare sulla strategia italiana dei confini esterni e degli accordi con i Paesi di provenienza e di transito. Devo dirvi, all’esito di questo confronto, che è una priorità condivisa dal Consiglio europeo, cioè tutti sono d’accordo sul fatto che nuove risorse debbano essere messe su questo capitolo. Lo considero particolarmente importante, come considero particolarmente importante tutta la parte sulle migrazioni, che si è concentrata nel dibattito in queste ore sul tema dei rischi legati particolarmente al terrorismo, insomma ai fenomeni che abbiamo visto anche qui a Bruxelles, ma entra nelle Conclusioni del Consiglio la lettera che Ursula von der Leyen ha inviato ai Capi di Stato e di Governo prima dell’inizio del Consiglio, che è lo stato dell’attuazione pratico di una strategia che, come voi sapete, è stata fortemente promossa dall’Italia. E quindi qualcosa che oggettivamente nel merito era impensabile un anno fa.
Tornando all’economia, scusatemi se torno indietro, si è parlato di una questione che è cruciale per tutti, particolarmente è cruciale per noi, che è il nuovo Patto di stabilità e crescita. Anche qui, c’è nelle Conclusioni del Consiglio il riferimento a chiudere le nuove regole sulla governance entro la fine dell’anno. Anche questo non era scontato: non è facile la trattativa, questo ve lo dico; ci siamo stati fino a ieri in notte fonda, perché le posizioni di partenza sono divergenti, però io sono anche contenta del fatto che, penso anche grazie a un importante contributo italiano, ieri qualche passo in avanti si sia fatto.
Quindi, complessivamente, spero di non dimenticare niente, queste sono le questioni principali, poi ce ne sono molte altre che abbiamo discusso. Complessivamente sono contenta di Conclusioni nelle quali c’è una forte presenza degli interessi italiani.
Domanda: Ci sono state discussioni sul MES?
Presidente Meloni: Non ci sono state discussioni sul MES. È vero, stamattina abbiamo fatto anche la riunione dell’Euro, non si è parlato di questa materia durante la riunione. E quindi no, non è stato oggetto di questo dibattito.
Domanda: Ma lei cosa pensa Presidente? Il mese prossimo il MES andrà in Parlamento, quale sarà la posizione della maggioranza?
Presidente Meloni: Io penso che noi dobbiamo stare nella posizione che la maggioranza ha già espresso – e che io ho espresso, come lei sa, decine di volte – e cioè che non si può affrontare il tema di uno strumento se non se ne conosce la cornice. Il problema del MES è che, tra le altre cose, richiama ai vecchi vincoli del Patto di stabilità. Noi stiamo facendo una trattativa sui nuovi vincoli del Patto di stabilità. Chiaramente se oggi approvassimo un Trattato che riporta i vecchi parametri del Patto di stabilità, non faremmo una cosa utile per una trattativa che noi stiamo conducendo. Quindi continuo a ritenere, indipendentemente da quello che si pensi sullo strumento in sé, sull’accesso dell’Italia – voi sapete come la penso io -, che non sia utile da parte di nessuno, neanche da parte di quelli che sono grandi sostenitori dell’accesso addirittura dell’Italia al MES, porre questa questione adesso, perché è una questione che non si può discutere in nessun modo, secondo me, fino a quando noi non sappiamo qual è il quadro.
Domanda: In sede di trattativa….
Presidente Meloni: No, probabilmente è esattamente il contrario. Quello che penso io è esattamente il contrario, per questo dico che non è un tema che conviene dibattere ora. Noi dobbiamo capire qual è il quadro; quando abbiamo chiaro il quadro, siamo anche in grado di fare le valutazioni più pertinenti.
Domanda: [inaudibile]
Presidente Meloni: Per rivederlo dopo la ratifica, ma intanto si tratta di ratificare qualcosa che lo prevede. Ci sono molte cose interessanti su quello che potrebbe accadere dopo la ratifica. Io ho posto il problema di uno strumento che, in ogni caso, in un momento nel quale tutti quanti facciamo i salti mortali per trovare 100.000 euro, mobilizza miliardi di euro che difficilmente saranno utilizzati. Non possiamo nasconderci, lo abbiamo visto con il MES sanitario: anche quando sono state allentate le condizionalità, c’è quello che qui si chiama un effetto stigma rispetto all’accesso che alla fine rende difficile l’utilizzo di queste risorse. E sicuramente c’è un dibattito, che tra l’altro è partito da noi e che si sta facendo, su come si possa eventualmente lavorare meglio su quelle risorse.
C’è stato anche qualche apertura in questo senso, quindi è tutto molto interessante. Però davvero, io credo che sia secondario rispetto alla vera trattativa che noi stiamo facendo che è quella sul Patto di stabilità. È quello che vedo qua dentro, perché qua dentro di Patto di stabilità si parla prevalentemente e tutti sanno che il resto viene intorno al tema del Patto di stabilità.
Domanda: [inaudibile]
Presidente Meloni: Questo adesso lo vedrà il Parlamento, non sta a me deciderlo, io sto al Governo. Però io le posso dire come la penso e la penso esattamente così. Scusi, posso approfittare, Ciriaco, per dire ai colleghi che l’articolo che lei ha scritto stamattina era un tantino inventato? Io non ho fatto nessuna sfuriata contro Salvini ieri. Non so da dove lei abbia preso questa notizia, mi dispiace. Fonti a me vicine difficilmente possono dire una cosa che non è successa e quindi io lo voglio dire perché non capisco se certi articoli vengono scritti per creare problemi o per raccontarli. Non mi sembra giusto.
Domanda: A che punto sta con la manovra, la Lega, Forza Itala?
Presidente Meloni: Sconsiglio in generale di rincorrere le bozze, perché chiaramente le bozze di una manovra di bilancio sono molte. Dopodiché noi stiamo lavorando – devo dire – bene, in una situazione molto difficile in termini di risorse disponibili – ne abbiamo parlato tante volte. Non ci sono allo stato attuale problemi particolari da superare. La legge di bilancio è stata inviata a Palazzo Chigi e nelle prossime ore, weekend permettendo, sarà inviata al Parlamento e quindi mi pare che siamo in dirittura d’arrivo. Il nostro obiettivo è cercare di dare un segnale anche di compattezza, insomma confermare questa compattezza che c’è, anche approvandola, compatibilmente col dibattito parlamentare, in tempi rapidi.
Domanda: Sulla questione dei conti correnti. Lei ha fatto ieri un post su questa polemica, può chiarire definitivamente come sono le cose?
Presidente Meloni: Guardi, chiarisco quello che c’è nella Legge di bilancio, al netto del fatto che segnalo che è già previsto: che l’Agenzia delle Entrate possa entrare e pignorare i conti correnti l’ha fatto un precedente governo. Dopodiché nella Legge di bilancio l’unica cosa che c’è scritta è che chiaramente bisogna implementare la lotta all’evasione fiscale, ma non è stata prevista alcuna norma che consente di prelevare in questo caso i soldi dai conti correnti e quindi ho chiarito, rispetto a una polemica che dai giornali era diventato oggetto di dibattito, che questa misura non è prevista nella Legge di bilancio. Insomma, l’ho fatto per chiarire, per evitare che si dibattesse ore e ore di questioni che non sono all’ordine del giorno.
Domanda: Ha avuto un incontro con Lagarde questa mattina? [inaudibile]
Presidente Meloni: Si, ho avuto un incontro. Prevalentemente di patto di stabilità. La Presidente Christine Lagarde ha poi ribadito, anche durante la riunione dell’Euro, che lei considera assolutamente prioritario che si trovi un accordo sulle nuove regole della governance e chiaramente è quello che ha detto anche a me. Io mi sono detto d’accordo perché, come lei sa, sono assolutamente d’accordo a che non si rischi di tornare alle vecchie regole del Patto di stabilità. Anche qui le posizioni di partenza sono divergenti. Voi sapete che la posizione italiana riguarda soprattutto la doppia transizione, è un concetto che io ho ribadito anche durante questa riunione: se noi ci siamo dati delle strategie ed erano transizione verde, transizione digitale, spingere gli Stati Nazionali a fare gli investimenti necessari in queste transizioni che sono utili a tutta l’Unione per difendere la sua autonomia strategica, poi non possiamo non tener conto delle strategie che ci siamo dati quando andiamo a definire le regole. E quindi gli investimenti, che riguardano ad esempio il PNNR, su quelle priorità devono essere considerati e magari scomputati dal rapporto deficit-Pil, così come tutto il tema anche della difesa che è in questa fase molto discusso. Si tratta di essere coerenti se si ha una strategia.
Domanda: C’è un Vicepremier Tajani che dice che il testo sulla manovra non è ancora chiuso. Salvini invece allude a un accordo ieri notte. Intanto come è la situazione e se lei è ancora convinta che la regola “zero emendamenti” in Parlamento è stata una buona idea o adesso si sta rivelando un pochino problematica.
Presidente Meloni: Penso che sia una buona idea dimostrare ancora una volta che l’elemento – al di là di tutte le ricostruzioni inventate, le cose che si possono dire – che qualifica la capacità di una maggioranza di fare il suo lavoro, di un Governo di fare il suo lavoro, è la tempistica con la quale riesce a prendere delle decisioni. Noi abbiamo visto in passato Governi che avevano dei tempi lunghissimi, e magari non riuscivano a decidere niente. Questa è una fase molto particolare del contesto internazionale. Secondo me se noi diamo un segnale che lavoriamo velocemente, chiaramente rispettando quelli che sono i tempi di una Repubblica parlamentare, ma che a livello di maggioranza lavoriamo compatti, capendo la difficoltà del contesto e quindi dandoci la possibilità di dare subito una risposta chiara, rispetto alle scelte che la maggioranza ha fatto su una Legge di bilancio con risorse sicuramente non particolari a disposizione, facciamo una cosa bella e interessante. Su quello che riguarda la Legge di bilancio, lo dicevo prima, è stata inviata dal MEF a Palazzo Chigi in queste ore – io non ci sono a Palazzo Chigi – e quindi mi pare che a questo punto sia pronta per andare in Parlamento.
Domanda: [inaudibile]
Presidente Meloni: Il rapporto tra Governo e Mediaset sono i rapporti tra il Governo e una grande azienda italiana sul quale pure ho letto moltissime ricostruzioni, compreso il fatto che, – non mi ricordo in questo caso su quale quotidiano – io non fossi soddisfatta di quello che Marina Berlusconi ha detto su di me.
Io penso che una cosa sia raccontare se ci sono dei problemi, una cosa sia tentare di crearli, perché quello è un altro lavoro rispetto al tema di raccontare quello che accade nel mondo. Non ci sono problemi, non ci sono problemi nella maggioranza, non ci sono problemi tra me e Salvini, non ci sono problemi tra me e Tajani, non ci sono problemi neanche con Mediaset. C’è un clima generale che io vedo molto più sereno di quello che delle volte leggo, e penso che poi lo dimostrino e lo dimostreranno – Legge di bilancio per esempio – i fatti di come poi le cose vanno. Perché noi quando dobbiamo decidere fino a prova contraria decidiamo e andiamo avanti. E questa è la cartina di tornasole migliore che si possa dare sui rapporti che ci sono all’interno di una maggioranza. La mattina, e praticamente tutte le mattine, sento Tajani e sento Salvini, e noi, confesso, ci divertiamo parecchio a leggere la rassegna stampa, perché il mondo che viviamo noi non è quello che leggiamo. Dopodiché così è, non ci posso fare niente, ma almeno lo devo dire agli italiani.
Domanda: Una domanda sui migranti. Ursula von der Leyen ha detto che vorrebbe potenziare l’operazione Irini …
Presidente Meloni: Lei sa che sul tema delle missioni navali ho uno storico. Anche qui ci dobbiamo capire. Quando io ho parlato del tema del blocco navale ho sempre fatto riferimento a una missione europea in accordo con le autorità del Nord Africa. L’elemento che fa la differenza, per cui non hanno funzionato le precedenti missioni navali e per cui invece funzionerebbe una missione navale come quella che io ho sempre proposto, è che devono essere d’accordo le autorità del Nord Africa, perché se lo si fa in acque internazionali diventa un pull factor, se lo si fa in acque nazionali allora si può fare un lavoro serio. Noi stiamo lavorando per avere rapporti migliori con diversi di questi Paesi del Nord Africa, che non sempre si fidano del nostro approccio per ragioni che conosciamo, e io spero che un giorno possa portarci anche – un giorno non lontano – a un’iniziativa di quel tipo.
Ma se non c’è questo accordo da parte dell’autorità del Nord Africa bisogna fare attenzione perché altrimenti, come è stato per Sophia, come è stato per altre missioni, rischia di diventare controproducente. Il caso di Irini è un caso molto particolare, perché lei sa che Irini fu immaginata soprattutto come blocco delle armi, ma prevede anche come obiettivo il traffico degli esseri umani, ma che potrebbe essere estesa, perché oggi è concentrata in Libia: prevede quello che le sto dicendo in ogni caso, cioè un lavoro lungo e faticoso che va fatto di cooperazione a 360 gradi, di partnership strategica con i Paesi del Nord Africa. Vi ringrazio. Arrivederci.
Domanda: Le deleghe a Sgarbi, sta valutando ….
Presidente Meloni: Guardi delle deleghe a Sgarbi non ho avuto il tempo di approfondire la questione. So che il Ministro Sangiuliano ha scritto all’Antitrust, aspettiamo di capire le risposte dell’Antitrust e poi valutiamo nel merito. Di più non le so dire.
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