Italia: Gli impegni del Presidente Meloni oggi 07/12

Firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Lombardia

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento alla cerimonia di firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Lombardia e un punto stampa al termine della visita agli stand della Fiera di Milano a Rho.

[Punto stampa del Presidente Meloni]

Presidente Meloni: Con un progetto di riqualificazione che fa parte di questo investimento molto significativo che abbiamo firmato oggi con la Regione Lombardia sulla base dei Fondi europei di coesione; un investimento complessivo che con i cofinanziamenti arriva fino a 1 miliardo e 800 milioni di euro, nei quali ci concentriamo su mobilità, riqualificazione urbana, riqualificazione particolarmente delle università. E c’è tra questo un progetto del “boschetto della musica”, perché noi abbiamo conosciuto molto Rogoredo in questi anni, soprattutto fuori da Milano, per il tema del “boschetto della droga”, e crediamo invece che questa zona si possa e si debba riqualificare. C’è un progetto molto innovativo di costruzione di questo campus della Giuseppe Verdi per consentirci di avviare un campus che possa dare agli studenti la possibilità di avere invece un luogo nel quale crescere, nel quale socializzare.

Domanda: Presidente, sulla Via della Seta Conte parla di una sconfitta per l’Italia,

Presidente Meloni: Beh, ti credo, l’aveva sottoscritta. Dopodiché però Conte ci dovrebbe spiegare la ragione per la quale noi siamo l’unica Nazione che ha aderito alla Via della Seta, ma non siamo la Nazione che ha gli interscambi maggiori con la Cina, anche nell’economia europea. Per cui io penso che si debbano mantenere, anzi migliorare, i rapporti di cooperazione con la Cina, commerciali ed economici, ma che lo strumento della Via della seta, da questo punto di vista, non abbia dato i risultati che erano attesi, al netto del fatto che anche su questo io ho sempre detto che cosa ne pensavo, però capisco che altri rivendichino il lavoro che avevano fatto, lo trovo normale.

Domanda: Con quale perimetro il centrodestra può essere unito in Europa? Cosa vi siete detti con Salvini?

Presidente Meloni: Guardi, con il perimetro che noi conosciamo già in Italia e che è un perimetro di centrodestra. Dopodiché mi fa un po’ sorridere, se posso dire, che si veda il fatto che i partiti del centrodestra sono in famiglie politiche europee diverse come un problema, quando è sempre stato così. Cioè non è che quando c’era al governo la maggioranza giallorossa in Europa erano nella stessa famiglia. La dinamica delle elezioni europee è molto più complessa, e quindi si può tranquillamente far parte di famiglie politiche europee differenti, governare molto bene in Italia e, le dico di più, provare a governare insieme con un’Europa diversa anche dopo le prossime elezioni europee. Io penso che l’obiettivo di tutti, e il nostro obiettivo, debba essere, e sia, far crescere il ruolo dell’Italia in Europa e ragionare di costruire al Parlamento europeo una maggioranza che possa avere una visione compatibile rispetto a quello che abbiamo visto in passato.

Domanda: Sanità. Anche in Lombardia grave carenza di medici, lunghe liste d’attesa in tante province lombarde, 0,5 medici di base per ogni 1000 abitanti.

Presidente Meloni: Come lei sa, è un tema al quale ci stiamo molto dedicando: quest’anno sul fondo sanitario noi siamo arrivati ad una cifra mai raggiunta prima, poi le risorse ovviamente non bastano mai, ma nell’ambito di questo stanziamento ci siamo concentrati proprio sul tema del personale sanitario, quindi del rinnovo dei contratti dei medici del comparto sanitario e dell’abbattimento delle liste d’attesa, anche immaginando una detassazione dei premi di risultato che arrivano proprio su progetti di abbattimento delle liste d’attesa. Quindi è un lavoro che stiamo portando avanti e sul quale da parte del Governo c’è la massima attenzione. È sicuramente una delle priorità più stringenti per i cittadini.

[Cerimonia di firma d’Accordo e intervento del Presidente Meloni]

Buongiorno a tutti, grazie di essere qui.
Sono particolarmente contenta di firmare questo Accordo di coesione con la Regione Lombardia qui a Milano oggi, nella festa di Sant’Ambrogio, ricorrenza particolarmente cara ai milanesi.
Sono particolarmente contenta perché questo è il quinto accordo che noi firmiamo con una Regione italiana sulla base del lavoro che abbiamo fin qui portato avanti, ma è, insieme a quello con la Regione Lazio, quello sul piano finanziario più significativo. E davvero voglio ringraziare intanto il Ministro Fitto che sta facendo un lavoro estremamente prezioso e poi ovviamente il Presidente Fontana, il Vice Presidente Alparone e tutti gli uffici che hanno lavorato a questo accordo.

Dunque, io mi permetto di fare un passo indietro per spiegare bene di che cosa stiamo parlando. Quello che noi firmiamo oggi si chiama Accordo di coesione ed è in buona sostanza il risultato di un lavoro che questo Governo ha fatto di riorganizzazione dei Fondi di coesione. I Fondi di coesione sono fondi strutturali europei, sono organizzati su ciclo pluriennale, servono a combattere le disparità tra i territori, hanno un cofinanziamento a livello nazionale e sono dei fondi molto importanti. Il punto è che spesso era accaduto in passato, anche se non con la Regione Lombardia – diciamoci la verità -, che questi Fondi molto spesso non venissero utilizzati nella loro totalità. Il paradosso di questa Nazione è che, mentre noi sappiamo che ci mancano risorse un po’ dappertutto, molto spesso le risorse ci sono ma non vengono spese o non vengono spese nei tempi o non vengono spese adeguatamente. Quindi il lavoro che questo Governo ha fatto, dall’inizio del suo mandato, grazie come dicevo al contributo e alla determinazione del Ministro Fitto, è stato fare un punto con tutte le Regioni sullo stato di attuazione della precedente programmazione e sulle priorità della nuova programmazione di questi Fondi europei. All’esito di questo lavoro che ci ha consentito di fare il quadro sulla realtà che c’era, noi abbiamo varato un decreto, che è il Decreto Sud, nel quale riorganizziamo i Fondi di coesione.

Riorganizziamo questi Fondi di coesione istituendo Accordi di coesione con le singole Regioni. La particolarità di questi Accordi è che le priorità vengono proposte dalla Regione ma devono essere condivise dal Governo nazionale, non perché noi si voglia limitare l’autonomia delle Regioni, ma per fare in modo che queste risorse possano complessivamente far parte di un’unica grande strategia e si riesca a lavorare non come monadi, ma come Nazione nel suo complesso. Dopodiché, istituiamo anche dei meccanismi di responsabilizzazione, che prevedono da una parte la possibilità di de-finanziare progetti quando le risorse dovesse rischiare di non essere spese, e anche di fare intervenire poteri sostitutivi per combattere e risolvere eventuali problemi di ritardi o lungaggini.
Questo è il lavoro che noi abbiamo fatto a monte, che è un lavoro che si sposa con il lavoro fatto sul PNRR. All’inizio, quando questo Governo è nato, io ho deciso di accorpare la competenza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con la competenza dei Fondi di coesione. Perché? Perché parliamo di due misure che possono in molti casi sovrapporsi: sono fondi europei, sono fondi europei che vengono prevalentemente utilizzati per finanziare priorità strategiche e se questi mondi non si parlano, come tragicamente delle volte in Italia è stato, non si riesce a lavorare tutti su un’unica direzione. Parallelamente a questo lavoro sui Fondi di coesione, come sapete, sempre grazie al Ministro Fitto, abbiamo anche lavorato duramente, lungamente, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Qui voglio dire che penso davvero che rispetto alle valutazioni che erano state fatte da molti circa i rischi di perdere le risorse del PNRR, i rischi che sarebbero potuti derivare da un eventuale folle intento di rinegoziare anche parti del PNRR, mi pare che i risultati raccontino una realtà completamente diversa e cioè la realtà di una politica che, se presenta seriamente le sue priorità, trova qualcuno che sia in grado di ascoltare.

La realtà oggi del PNRR è che noi abbiamo ricevuto la terza rata, come sapete abbiamo avuto l’ok sulla quarta rata del PNRR, entro il 31 dicembre di quest’anno invieremo gli obiettivi della quinta rata del PNRR. In tutto questo, abbiamo rinegoziato il PNRR inserendo all’interno dello stesso anche il capitolo sul RePowerEU che in molti casi ci aiutava anche a risolvere delle criticità su progetti che sarebbe stato alla fine difficile finanziare con le risorse del PNRR e che abbiamo scelto di concentrarlo su quelle che sono le priorità mutate di una Nazione che oggi si trova in un contesto completamente diverso da quello che c’era quando il PNRR fu scritto.
Abbiamo così liberato 21 miliardi di euro che abbiamo deciso di concentrare su alcune grandi priorità. La prima di questa priorità, penso che a una regione come la Lombardia faccia piacere, sono le imprese di questa Nazione: 12 miliardi dei fondi che noi abbiamo liberato vanno a sostenere il sistema produttivo. Ci sono per esempio 6,3 miliardi di euro su transizione 5.0, Presidente Bonomi, perché quando noi abbiamo approvato la manovra giustamente qualcuno ha detto che nella manovra c’è attenzione ai redditi, ai salari ma non c’è la necessaria attenzione alle imprese. E non c’era perché noi stavamo facendo parallelamente un lavoro con il PNRR che avrebbe offerto queste risposte. Quindi 12 miliardi di euro sulle aziende, ci sono priorità molto importanti che riguardano giovani, famiglie, diritto allo studio, studentati e molte di queste iniziative. Ci sono nuovi fondi sulla sanità, ci sono oltre 5 miliardi sulle infrastrutture, di cui 2 miliardi sulle infrastrutture strategiche legate alla nostra capacità di produzione energetica – c’è moltissimo lavoro che facciamo nella nostra scelta strategica di disegnare l’Italia anche come un potenziale Hub di approvvigionamento energetico d’Europa – e quindi lavoriamo per concentrarci su quelle priorità. Ci sono nuove risorse per le zone, come voi sapete, che sono state vittime di eventi catastrofali, anche ultimamente, penso in particolare all’Emilia Romagna. Insomma, abbiamo fatto questo lavoro contemporaneamente al lavoro che facevamo sui Fondi di coesione.

Mi perdonerete se ho fatto questa lunga premessa, ma io sono particolarmente fiera di questo lavoro, perché è quella parte del lavoro di un governo che è la più difficile, che è quella che ti toglie più tempo e che è quella che nessuno ovviamente conosce. E quindi vale la pena dirsi, quando si è lavorato tanto e si sono raggiunti dei risultati, che sono stati raggiunti quei risultati.
Sulla base di questo lavoro noi firmiamo oggi questo quinto Accordo di coesione, il quinto che noi firmiamo su tutto il territorio nazionale. Oggi pomeriggio sarò in Piemonte per firmare il sesto con il Presidente della Regione Piemonte. Dicevo, è insieme a quello sulla Regione Lazio il più significativo sul piano finanziario. Con l’Accordo di oggi noi investiamo su questo territorio complessivamente 1 miliardo e 210 milioni di euro – dei quali 185 erano già stati anticipati nel 2021-, ma se a queste risorse aggiungiamo le quote di cofinanziamento locale, regionale, nazionale e la capacità anche di attrarre investimenti privati, della quale la Regione Lombardia è particolarmente capace, la somma totale supera il miliardo e 860 milioni di euro. Quindi sono quasi 2 miliardi di euro che vengono investiti su questo territorio, che noi abbiamo concentrato su poche priorità: sono complessivamente 13 progetti – sto andando a memoria – e sono risorse che quindi non disperdiamo in mille rivoli, ma che cerchiamo di concentrare su grandi iniziative.

Queste grandi iniziative, lo ha già detto il Presidente Fontana, rispondono sostanzialmente a tre priorità.
Il potenziamento della mobilità. Ci sono 228 milioni di euro sui nuovi treni, di cui 68 dedicati ai treni a idrogeno – quindi sempre con una scelta che guarda al futuro.
C’è un grande lavoro che abbiamo fatto sul tema della riqualificazione urbana, che riguarda: la riqualificazione della stazione di Milano-Cadorna con un investimento di 435 milioni di euro; un progetto da 300 milioni di euro per la riqualificazione di Palazzo Sistema ,che chiaramente servirà a caratterizzare ancora di più lo skyline di Milano e che ospiterà la sede degli enti regionali; a Busto Arsizio – io sto citando chiaramente i principali – ci sarà la realizzazione di un parco lineare con il recupero del vecchio tracciato ferroviario, un progetto che vale circa 26 milioni di euro.
E poi, lo diceva il Presidente Fontana, e di questo io sono particolarmente orgogliosa, c’è un pacchetto molto importante che è destinato al tema delle Università, della ricerca e dell’istruzione, che riguarda l’allestimento del nuovo campus dell’Università di Milano (circa 142 milioni di euro di investimento), il nuovo campus del Politecnico di Bovisa (60 milioni di euro di investimento), la rigenerazione urbana del Polo di chimica e scienza del farmaco dell’Università di Pavia e ci sono 60 milioni per realizzare il nuovo campus del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. E questo è un progetto del quale sono particolarmente orgogliosa perché il nuovo campus sorgerà a Rogoredo e noi sappiamo che Rogoredo è spesso stata nota alle cronache fuori da qui soprattutto per il tema del boschetto della droga. Ecco, noi abbiamo deciso di fare questo investimento molto importante per un progetto di rigenerazione urbana estremamente innovativo che può segnare la rinascita di Rogoredo, che così possiamo ricordare, conoscere, non come boschetto della droga ma magari come boschetto della musica, perché questo campus è un campus che prevede cultura, musica, aule didattiche, residenze universitarie, laboratori, sale di registrazione per i giovani musicisti. È chiaramente un’occasione di riqualificare un quadrante importante che appunto, ingiustamente, è stato noto soprattutto per i fatti di cronaca.

E quindi come vedete c’è un progetto, un progetto che si concentra sul tema della mobilità, che si concentra sul tema delle infrastrutture, che si concentra sul tema della riqualificazione urbana e che mentre fa riqualificazione urbana si occupa anche di diritto allo studio.
E io sono molto molto fiera – e chiudo – dell’Accordo, della serietà di questo Accordo per il quale davvero ancora una volta ringrazio tutti. E continueremo ovviamente insieme a fare questo lavoro, e tanto altro lavoro che faremo insieme, anche monitorando l’attuazione e la velocità di attuazione di questi progetti che sono estremamente importanti.
Quindi grazie davvero al Presidente Fontana, a tutta la Regione Lombardia e grazie a tutti i sindaci e agli esponenti istituzionali che sono qui stamattina.
Grazie.

Firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Piemonte

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento alla cerimonia di Firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Piemonte, ad Asti presso il Teatro Alfieri.

Videomessaggio del Presidente Meloni all’Assemblea Annuale 2023 di Confesercenti

Il videomessaggio del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all’Assemblea Annuale 2023 di Confesercenti a Venezia.

Buongiorno a tutti,
saluto e ringrazio la Presidente De Luise, tutta la Confesercenti per questo invito. Mi spiace non essere riuscita ad essere con voi questa mattina a Venezia, città meravigliosa che, come si sa, amo molto, però non potevo far mancare il mio contributo in ogni caso alla vostra Assemblea annuale.

Prima di tutto voglio congratularmi con voi per l’idea che avete avuto di utilizzare il metaverso per l’evento di oggi. Scelta che dà la misura della capacità di Confesercenti e dei suoi associati di saper raccogliere, senza timori, senza pregiudizi, le sfide che il futuro ci mette davanti. È una caratteristica comune a tutto il mondo imprenditoriale italiano che ha consentito alle nostre imprese di affrontare cambiamenti epocali in questi anni. Penso su tutti all’avvento del commercio elettronico e alle grandi piattaforme online: un’innovazione che la pandemia ha contribuito ad accelerare in modo determinante e che, come tutti i cambiamenti, se non è adeguatamente governato, può portare insieme a grandi opportunità anche enormi rischi. È un cambiamento che è ancora in atto, sul quale è necessario dal mio punto di vista trovare un giusto equilibrio per fare in modo che il suo impatto sul nostro sistema economico e produttivo sia sostenibile. Certo, noi possiamo contare su due punti di forza: la capacità di fare rete dei commercianti e degli artigiani italiani e la straordinaria potenza del Made in Italy, un brand globale di cui i colossi del commercio non possono fare a meno e che nessun altro è in grado di eguagliare.

Nessun commercio elettronico o colosso del web potrà mai sostituire la funzione culturale e sociale che ricoprono i commercianti, gli artigiani, gli esercizi di vicinato. Voi siete dei presidi di sicurezza e di socialità, il principale antidoto alla desertificazione delle nostre strade, allo spopolamento dei nostri borghi. In questo compito non potete essere ovviamente lasciati da soli e noi siamo convinti che lo Stato debba fare la sua parte. A partire proprio dalla sicurezza, che è la precondizione per fare impresa e per permettervi di alzare ogni mattina la saracinesca della vostra attività. È il motivo per il quale questo Governo ha deciso di aumentare gli organici delle Forze dell’Ordine, di stanziare un miliardo e mezzo di euro per rinnovare i loro contratti, potenziare l’operazione “Strade sicure” e riconoscere ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa maggior strumenti per fare il proprio lavoro. E poi non solo sicurezza, ovviamente, ma anche grande attenzione ai nostri borghi, a chi decide di vivere e lavorare in collina e in montagna, nelle aree più interne della Nazione. Stiamo lavorando per prenderci cura di questi territori, che custodiscono la nostra identità più autentica che non devono essere lasciati indietro. Garantire risposte veloci, in termini di servizi, alle esigenze specifiche di ciascun territorio è una priorità per noi.

Essere al fianco di chi, come voi, rappresenta un pezzo importante dell’economia italiana vuol dire anche costruire un fisco alleato di chi produce e che non considera più un imprenditore, un commerciante, un artigiano come un evasore fino a prova contraria. Noi vogliamo cambiare approccio, vogliamo affermare una cosa semplice: il cittadino non è un suddito da vessare e il rapporto con lo Stato deve basarsi sulla fiducia e sulla collaborazione. È una visione che abbiamo declinato anche nella riforma fiscale che trova la sua attuazione concreta in alcune norme molto importanti. Penso, ad esempio, all’estensione del concordato preventivo ai contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo. È uno strumento che dà la possibilità di accordarsi preventivamente con il fisco sulle imposte da pagare, ed essere liberi da accertamenti per i due anni di durata dell’accordo che poi è rinnovabile. Un grande segnale di fiducia e di collaborazione. Perché io credo che è da qui che l’Italia deve e può ripartire. Dalla fiducia reciproca, dalla capacità di riscoprirsi parte di una comunità, di pensare ciò che si fa ogni giorno come parte di un progetto più grande, come parte di un progetto più alto. È un sentimento che in passato ha reso l’Italia ciò che è e che oggi noi dobbiamo saper recuperare. Perché il Governo potrà adottare le norme migliori del mondo, le più efficaci e le più giuste, ammesso che sia capace di farlo, ma tutto sarà inutile se gli italiani non sapranno riscoprire l’orgoglio di sé stessi, la consapevolezza delle proprie capacità.
Questa è in assoluto la sfida più grande che abbiamo davanti, e su questo, però, io sono certa che posso contare sul vostro contributo.

Grazie davvero per quello che rappresentate, per il lavoro che fate, per l’interlocuzione che avete garantito al Governo su tante materie che sono importanti per voi e per la nostra capacità di dare risposte ai cittadini e, ovviamente, buona assemblea!

 

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