Gli impegni del Presidente Meloni oggi 12/03

Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici, dichiarazione del Presidente Meloni

Siamo fieri che l’Italia sia una delle primissime Nazioni in Europa ad adottare un piano molto articolato di prevenzione contro l’uso improprio del fentanyl e degli altri oppioidi sintetici.

Il fentanyl, nota come “droga degli zombie”, la cui diffusione ha provocato negli Stati Uniti una vera e propria emergenza, è un analgesico molto potente che può avere effetti devastanti su chi lo assume per scopi diversi da quelli sanitari. Sono sufficienti, infatti, appena 3 milligrammi della sostanza per uccidere una persona.

La parola d’ordine del Governo è prevenzione. Principio che ispira il nostro piano d’intervento per scongiurare la diffusione del fentanyl sul territorio nazionale e sensibilizzare i cittadini, in particolare le giovani generazioni, sulla pericolosità della sostanza.

Ringrazio il Sottosegretario Mantovano, il Dipartimento Politiche Antidroga e tutti i Ministeri che hanno elaborato il Piano e che hanno predisposto azioni concrete e interventi mirati.

La lotta alla droga e a tutte le dipendenze patologiche è una priorità assoluta di questo Governo e in questa direzione continueremo a lavorare, senza sosta e con determinazione.

Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici

La conferenza stampa di presentazione del Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici, con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, e il ministro dello Sport e i giovani, Andrea Abodi. Alla conferenza è intervenuta anche la Presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, Sabina Strano Rossi.

Il Piano è stato elaborato dal Dipartimento per le politiche antidroga con il supporto di diversi Ministeri, dipartimenti, strutture e agenzie, con l’obiettivo di definire le attività di prevenzione per intercettare e impedire l’accesso e la diffusione illegale in Italia del Fentanyl e dei suoi analoghi o la sua diversione per usi non sanitari, nonché la gestione di una ipotetica emergenza.

Firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento a Bolzano (NOI Techpark) in occasione della cerimonia di firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano.

Firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Trento

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento a Trento alla cerimonia di firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Trento.

Grazie, buongiorno a tutti. Buongiorno al Presidente Maurizio Fugatti, alla Vicepresidente Gerosa, a tutti i consiglieri della Provincia autonoma, grazie a tutti i sindaci, i parlamentari, le autorità militari, civili, religiose che sono qui presenti. Grazie a tutti voi. Sono molto molto contenta di essere qui a Trento oggi, nell’anno in cui è capitale europea del volontariato, un ruolo decisamente meritato, come ricordava il Presidente Fugatti, che attribuisce a Trento, come ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ruolo di grande potenza della solidarietà, valore che è alla base del volontariato e che è risorsa tra le più preziose di una società.

Sono assolutamente d’accordo, voglio sottoscrivere queste parole, lo voglio fare convintamente. La cultura del dono è un valore essenziale per qualsiasi società ed è fortunatamente un valore particolarmente radicato nella nostra comunità nazionale, particolarmente radicato nella Provincia autonoma di Trento e lo dico anche per ricordare che questo Governo sta facendo la sua parte, nel suo lavoro per proteggere questo valore, per rafforzarlo, lo sta facendo con misure concrete. Penso al fatto che dopo anni di stallo abbiamo rilanciato l’attuazione della riforma del Terzo settore, destinato più fondi agli enti per i progetti di rilevanza nazionale, penso al fatto che stiamo finalizzando il decreto per certificare le competenze dei volontari, penso al varo imminente del pacchetto di semplificazioni normative particolarmente importanti per gli enti del Terzo settore al quale pure stiamo lavorando. Insomma, promuovere la spinta solidaristica è un impegno che questo Governo prende molto sul serio e sul quale sicuramente questa Provincia rappresenta un valore aggiunto, per cui voglio anche ringraziare per l’organizzazione di questa dimostrazione del lavoro della Protezione civile, che come il Presidente Fugatti ricordava è assolutamente un fiore all’occhiello di quella che è una Protezione civile nazionale che ci dà sempre grandi soddisfazioni.

Detto questo, noi qui oggi siamo per firmare questo Accordo di coesione, il tredicesimo Accordo che firmiamo sul territorio nazionale, quello con la Provincia autonoma di Trento, è un lavoro molto importante che ci sta portando su tutto il territorio nazionale del quale io vado particolarmente fiera e mi perdonerete se faccio un passo indietro per raccontare il grande lavoro che ci ha portato fin qui.

Perché vedete quando noi siamo arrivati al Governo di questa Nazione abbiamo fatto un lavoro molto approfondito su quello che era lo stato delle risorse disponibili in Italia e di come quelle risorse venivano spese, perché non sempre le risorse mancano sul nostro territorio nazionale. Delle volte le risorse ci sono e non si riescono a spendere adeguatamente. Non è il caso della Provincia di Trento, ma è un caso italiano. Per cui, ad esempio, per quello che riguarda i Fondi di coesione, che come si ricordava, sono i Fondi per eccellenza che servono a combattere le disparità tra i territori – e noi sappiamo che di disparità sul nostro territorio nazionale ce ne sono diverse, c’è quella famosa tra il Nord e il Sud, c’è quella tra la costa adriatica e la costa tirrenica, ci sono le disparità all’interno degli stessi territori, per esempio tra le aree interne e le città – e quindi sono risorse
fondamentali, fondamentali per garantire quella cittadinanza che è data dalla possibilità di avere pari opportunità.

Eppure queste risorse molto spesso andavano disperse. Sul ciclo di programmazione – vi racconto questo dato – 2014-2020, quindi ciclo di programmazione chiuso ormai da qualche anno, quando abbiamo avviato questo confronto con i Presidenti di Regione, con i Presidenti delle Province autonome, per andare a vedere quale fosse lo stato di attuazione. Abbiamo scoperto che dei 126 miliardi disponibili su quella programmazione ne erano stati spesi 47. E io mi chiedo e vi chiedo se sia possibile in un territorio come l’Italia rinunciare a spendere risorse che sono fondamentali. Allora abbiamo, grazie al contributo anche ovviamente di tutte le autonomie, di tutti i Presidenti, approfondito questo lavoro sulla vecchia programmazione, sulla programmazione nuova che è quella della quale stiamo parlando, all’esito di questo lavoro abbiamo varato un decreto che riorganizza i Fondi di coesione e che istituisce questi Accordi di coesione. La particolarità di questi Accordi di coesione rispetto al passato è che noi finanziamo iniziative proposte dalle regioni e dalle province autonome, proposte quindi, sulle quali però chiediamo che ci sia da parte del Governo nazionale anche la possibilità di condividere quegli obiettivi, non perché noi si voglia limitare l’autonomia, tutt’altro, ma perché è importante che queste risorse tra quello che viene fatto in un territorio e quello che viene fatto nel territorio adiacente in qualche maniera rispondano a un’unica strategia, perché noi non siamo delle monadi, noi dobbiamo lavorare, immaginare una strategia per questa Nazione e chiedere a tutti i livelli istituzionali di aiutarci a realizzarla. Abbiamo previsto dei poteri sostitutivi quando le opere non si riescono a portare a termine, abbiamo previsto anche ipotesi di definanziamento, cioè quando un’opera non si riesce a realizzare le risorse si riprendono e si destinano a qualcos’altro. E questo risponde esattamente a quello che il Presidente Fugatti diceva circa il principio di responsabilità, che è un principio che non sempre in questa Nazione è stato adeguatamente valorizzato, anche l’autonomia differenziata risponde a questo principio, cioè noi dobbiamo mettere a disposizione di tutto il territorio nazionale, di tutti i livelli istituzionali, il massimo delle opportunità, ma poi dobbiamo anche chiedere che a quelle opportunità corrisponda una responsabilità.

Questo ad alcuni non piace, ma credo che sia una grande sfida per questa Nazione, la sfida della responsabilità, la sfida del merito. E quindi anche sui Fondi di coesione abbiamo fatto questo lavoro, così come ci siamo resi conto che quello che accadeva in passato è che diverse fonti di finanziamento tra loro non si parlassero, cioè noi abbiamo i Fondi di coesione nazionale, abbiamo i fondi europei, abbiamo il PNRR, e tutte queste cose devono camminare insieme per riuscire a dare insieme delle risposte che possano lavorare insieme per gli obiettivi di questa Nazione.
Non è un caso che quando noi abbiamo formato il Governo io ho chiesto al Ministro Fitto, che ringrazio, di mettere insieme la competenza dei Fondi di coesione e la competenza del PNRR, perché non possiamo ragionare come se fossero due cose diverse, fanno tutte parte degli stessi obiettivi. E anche sul PNRR abbiamo fatto un lavoro che voglio rivendicare e che è molto importante perché voi ricorderete anche quante volte è stato detto che il PNRR per noi era troppo gravoso, noi abbiamo il PNRR più grande tra tutti i Paesi europei, tante volte si è detto che se per esempio noi avessimo tentato di rinegoziare il PNRR avremmo rischiato di perdere quelle risorse, che in particolare col Governo Meloni si sarebbe rischiato di perdere quelle risorse.

Noi abbiamo sempre ritenuto che il PNRR andasse rinegoziato, banalmente perché quando è stato scritto vivevamo in una realtà leggermente diversa da quella che abbiamo oggi. Non c’era ad esempio il conflitto in Ucraina e siccome le risorse sono strumenti, quegli strumenti vanno adeguati al mutare del contesto. E le cose sono andate un po’ diversamente da come alcuni temevano perché quello che è accaduto, grazie anche qui a un lavoro molto approfondito, molto complesso, che abbiamo fatto, è stato che nel 2023, grazie al lavoro di questo Governo, noi abbiamo presentato gli obiettivi della terza rata, ottenuto il pagamento della terza rata, presentato gli obiettivi della quarta rata, ottenuto il pagamento della quarta rata, presentato gli obiettivi della quinta rata, prima Nazione europea a presentare gli obiettivi della quinta rata e mentre facevamo questo lavoro rinegoziavamo il PNRR, cosa che si poteva fare e si doveva fare, perché altrimenti alcune misure che erano contenute nel PNRR non sarebbero state finanziate o non avrebbero potuto essere terminate nei tempi molto stringenti previsti dal Piano. Questo è il caso della circonvallazione di Trento che abbiamo garantito con altre risorse sempre perché questi fondi devono in qualche maniera “parlarsi” tra di loro.
Nel rinegoziare il PNRR abbiamo liberato 21 miliardi di risorse che abbiamo concentrato su quelle che riteniamo essere delle priorità: cito 12 miliardi e 300 milioni dedicati al tessuto produttivo di questa Nazione, di cui oltre 6 miliardi su Transizione 6.0. Credo che una Nazione seria debba ricordarsi che non è lo Stato che produce ricchezza. La ricchezza la producono le aziende con i loro lavoratori. Quello che compete allo Stato è mettere quelle persone nelle condizioni di lavorare al meglio, per poter avere una parte di quella ricchezza prodotta che lo Stato ha a disposizione perché possa essere redistribuita. E credo che questa visione che stiamo cercando di realizzare e di costruire ci stia anche dando qualche risultato, perché una delle cose delle quali io vado maggiormente fiera sono proprio alcuni dati economici che emergono nell’ultimo anno. Attualmente l’Italia ha record occupazionale di tasso di occupazione, di numero di occupati, di contratti stabili, di crescita di lavoro femminile. Attualmente l’Italia è una delle due Nazioni nei Paesi Ocse ad avere una crescita del reddito reale delle famiglie. Tra i Paesi Ocse il reddito delle famiglie è diminuito dello 0,2%. Ci sono due Nazioni che vanno in controtendenza: la Gran Bretagna – dove i redditi aumentano dello 0,2% – e l’Italia, dove i redditi reali delle famiglie aumentano dell’1,4%, sette volte di più rispetto alla media dei Paesi Ocse. È una scelta politica, noi abbiamo concentrato le poche risorse che avevamo proprio sulla crescita dei redditi delle famiglie, ma quando si produce lavoro, quando non si “disturba” chi vuole produrre ricchezza, una parte di quella ricchezza torna allo Stato. Ed è la ragione per la quale l’Agenzia delle Entrate dice che sempre nel 2023 noi abbiamo avuto maggiore gettito allo Stato per circa 26 miliardi di euro, esattamente nello stesso anno in cui anche i valori del recupero dell’evasione fiscale arrivavano al massimo storico, con oltre 30 miliardi.

Anche questo lo abbiamo fatto con un approccio diverso da quello che abbiamo visto nel passato. Uno Stato che ti vessa, uno Stato che viene visto come un nemico, uno Stato che non collabora, che non ti dà una mano quando sei in difficoltà, è uno Stato più difficile del quale fidarsi. Mentre uno Stato che ti viene incontro è anche uno Stato del quale ti puoi fidare, uno Stato che non merita di essere aggirato, forse è grazie anche ai principi che abbiamo scritto nella riforma fiscale, se nel 2023 abbiamo raggiunto il record di recupero dell’evasione
fiscale.

E vi voglio dare due ultimi dati. Diminuisce il rischio di povertà in Italia: questo attiene anche al lavoro che si fa con i Fondi di coesione. E l’altro dato che per me è molto importante è l’andamento dei titoli di Stato, perché definisce quanto è percepita come solida un’economia. Allora, qualche settimana fa, abbiamo raggiunto il record di titoli di Stato italiano sul mercato estero. C’erano a disposizione 10 miliardi, per il BTP sono arrivate richieste per 155 miliardi di euro. Significa che l’Italia, pur nelle tante difficoltà che ha, è percepita come un’economia solida. E questo per noi e per me è molto importante, perché è anche un fatto di serietà. Dopodiché sono particolarmente contenta dell’andamento del BTP Valore. Il BTP Valore è una brillante idea del Ministro Giorgetti e sono dei Titoli di Stato dedicati soprattutto ai piccoli risparmiatori italiani. In tre emissioni hanno raggiunto il record di 53 miliardi e questo ci consente, da una parte di offrire ai cittadini uno strumento che permette di mettere in sicurezza i propri risparmi, ma dall’altro è anche un elemento molto importante per noi, perché non nascondo che ci diamo come obiettivo quello di rimettere più parte possibile del debito pubblico italiano in mani italiane, perché più sei padrone del tuo debito più sei padrone del tuo destino. Le famiglie italiane si stanno fidando, i risparmiatori italiani si stanno fidando dello Stato italiano e questo è un altro segnale molto importante.

Il PNRR, quando lo abbiamo rinegoziato, serviva anche a continuare a dare questo segnale di fiducia, particolarmente alle imprese. Per esempio alle imprese agricole, sulle quali pure abbiamo investito ulteriori 3 miliardi. Non avevamo bisogno di vedere i trattori in strada per sapere che il mondo dell’agricoltura, un pezzo fondamentale della nostra economia, obiettivamente viveva un tempo particolarmente difficile, stretto, tra costi di produzione che aumentano, prezzi che diminuiscono, e scelte che vengono fatte delle volte in modo poco pragmatico. Stiamo aiutando anche la filiera dell’agroalimentare, abbiamo messo le risorse sulle infrastrutture energetiche strategiche, perché questa Nazione ha anche bisogno di una strategia. C’è mancata delle volte una strategia. Credo che una delle opzioni sulle quali l’Italia deve continuare a lavorare è quella di poter diventare uno snodo strategico dell’approvvigionamento energetico in Europa, perché la nostra posizione geostrategica ci consente di farlo, ma non possiamo farlo se non investiamo sulle infrastrutture strategiche delle quali abbiamo bisogno. Abbiamo messo le risorse anche su questo, abbiamo aumentato le risorse sulla sanità, abbiamo fatto un lavoro molto importante, del quale io vado molto fiera, che ci consente di ottimizzare le poche risorse che abbiamo a disposizione e di diventare una Nazione che spesso è stata additata – non è il caso della Provincia autonoma di Trento, ma è un caso italiano – per l’incapacità di spendere le risorse, per una nostra presunta assenza di serietà: in realtà c’erano anche delle difficoltà strutturali, stiamo combattendo quelle difficoltà strutturali, vogliamo diventare una Nazione modello. Oggi sul PNRR l’Italia è una Nazione modello, è una cosa da quale io vado molto fiera. Tutto questo lavoro ci porta all’Accordo di coesione che firmiamo oggi con la Provincia di Trento. Con questo Accordo vengono assegnate a questo territorio risorse del Fondo Sviluppo e Coesione per 95 milioni di euro, dei quali 18 erano già stati assegnati in anticipo nel 2011. Sono risorse importanti, ancora di più in un territorio che sa sempre sfruttare al meglio le opportunità che vengono offerte, per cui faccio ancora i complimenti a tutta la Provincia autonoma per come – anche in passato – ha saputo spendere queste risorse. Non citerò tutti i progetti, ci tengo a mettere l’accento sulla questione centrale della
quale noi ci occupiamo con questo Accordo di coesione che sono i 68 milioni di euro per la costruzione di tre nuovi istituti scolastici: il liceo artistico Fortunato De Pero di Rovereto, il liceo artistico Alessandro Vittoria di Trento, e l’istituto di formazione professionale Sandro Pertini sempre di Trento. Parliamo di interventi che sono già in avanzato stato di progettazione e quindi grazie a queste risorse questo territorio nei prossimi sette anni, – questi sono gli obiettivi che ci diamo -potrà ragionevolmente contare su tre nuove scuole e su tre nuovi edifici scolastici ecocompatibili, efficienti, innovativi da un punto di vista
architettonico.

È un lavoro serio per il quale io voglio ringraziare il Presidente Fugatti, la Vicepresidente Gerosa, gli assessori che ci hanno lavorato, il Ministro Fitto. Ed è un’altra parte del lavoro che insieme stiamo facendo, che abbiamo fatto negli ultimi 16 mesi, che ci porta a una collaborazione intensa a 360 gradi su tutte le priorità, compresa la collaborazione sull’obiettivo di avere l’intesa per la modifica dello Statuto della Provincia autonoma. La questione è stata sottoposta anche alla sottoscritta già diverse settimane fa, sulle quali è al lavoro il Ministro Calderoli, abbiamo fatto una prima riunione politica, stiamo istituendo i tavoli tecnici e anche su questo contiamo di lavorare con la stessa capacità di cooperazione – per il bene dei nostri cittadini – che abbiamo dimostrato con questo Accordo di coesione e anche con la concretezza e la velocità che vorremmo fosse la cifra di questo Governo.
Quindi davvero grazie a voi, grazie a tutti, grazie anche ai sindaci che hanno portato il loro contributo per la realizzazione di questo Accordo.

Grazie per quello che abbiamo fatto fin qui ma soprattutto grazie per quello che continueremo a fare insieme. Buona giornata.

“L’intelligenza Artificiale per l’Italia”, il videomessaggio del Presidente Meloni

Il videomessaggio del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione dell’evento “L’intelligenza Artificiale per l’Italia”, organizzato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri e AgID – Agenzia per l’Italia Digitale.

Buongiorno a tutti e grazie soprattutto al Sottosegretario Alessio Butti per aver organizzato questa iniziativa, che io considero estremamente importante perché l’intelligenza artificiale è la più grande rivoluzione di questo tempo, ed è anche la principale sfida che abbiamo davanti, dal punto di vista antropologico, dal punto di vista economico, dal punto vista produttivo e sociale.

Noi eravamo abituati ad un progresso che aveva come obiettivo soprattutto quello di ottimizzare le capacità umane e che si concentrava essenzialmente sulla sostituzione del lavoro fisico, in un mondo nel quale l’uomo rimaneva comunque al centro e poteva anzi concentrarsi sui lavori di concetto, sui lavori di organizzazione. L’intelligenza artificiale ha ribaltato questo paradigma, perché ad essere soppiantato oggi non è più il lavoro fisico, ma rischia di essere l’intelletto umano, ovvero ciò che da sempre ha reso l’uomo insostituibile rispetto ad una macchina, insostituibile da una macchina.

È una tecnologia che può sprigionare tutto il suo potenziale positivo solo se il suo sviluppo si muoverà in un perimetro di regole etiche che mettano al centro la persona, i suoi diritti e i suoi bisogni. Questa è la bussola che ha orientato e continuerà a orientare il nostro lavoro, a ogni livello. A partire chiaramente dalla Presidenza del G7.

In questa sfida, il Governo ha scelto di avvalersi di un Comitato composto dai migliori esperti italiani che in questi mesi hanno lavorato con grande competenza per definire un documento di supporto alla definizione della Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, che è il documento dal quale noi partiamo per fare il lavoro che stiamo portando avanti. Il Comitato ha dato un contributo straordinario e, per questo, voglio ringraziare tutti i suoi componenti che intendo ricevere presto a Palazzo Chigi.

Anche in virtù di questo apporto, il Governo sta predisponendo un provvedimento di legge che ha come obiettivo quello di stabilire alcuni principi, determinare le regole complementari a quelle del regolamento europeo che è in via di approvazione e individuare le misure più efficaci per stimolare il nostro tessuto produttivo. E, inoltre, stiamo lavorando per individuare l’organismo più idoneo a svolgere le funzioni di Autorità competente sull’uso delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.

Noi siamo convinti che possa e debba esistere una via italiana all’intelligenza artificiale, una via italiana allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, una via italiana al governo dell’intelligenza artificiale.

Possiamo costruire questa strada solo attraverso un forte sostegno alla ricerca, alla sperimentazione, a quelle realtà produttive che in Italia già esistono ma che hanno ovviamente bisogno di essere valorizzate per diventare più forti e più competitive.

È un obiettivo ambizioso, che ha bisogno del contributo di tutto il Sistema Italia per poter essere raggiunto. Ma chiaramente quel Sistema Italia ha bisogno che si parta dai grandi “campioni” di questa Nazione. E per questo voglio ringraziare Cassa depositi e prestiti, segnatamente CdP Venture Capital, perché grazie al loro impegno sarà possibile investire un miliardo di euro sull’intelligenza artificiale, sia creando un nuovo fondo di investimento proprio specializzato sulla intelligenza artificiale, sia utilizzando fondi di investimenti che sono già attivi ma che coinvolgono questa tecnologia. È un meccanismo che chiaramente parte per fare moltiplicatore e che serve ad attirare ulteriori investimenti.

E allora grazie ancora al Sottosegretario Butti, a tutti i relatori che animeranno i lavori di oggi. Il Governo chiaramente farà tesoro dei vostri contributi, delle vostre proposte, io farò tesoro dei vostri contributi, delle vostre proposte, soprattutto nel mio ruolo di Presidente del G7: sapete che l’Italia ha scelto di portare proprio il tema dell’intelligenza artificiale e del suo sviluppo, del suo governo come questione centrale durante la propria Presidenza italiana. E chiaramente fino ad allora – e oltre – dovremmo continuare a confrontarci perché è dal confronto e dal dibattito delle idee che arrivano sempre le soluzioni più efficaci e innovative ai problemi del nostro tempo.

Quindi davvero grazie per questa iniziativa molto importante, mi dispiace davvero di non aver potuto essere con voi fisicamente, ma farò totalmente tesoro del vostro contributo.

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