palio di Siena: Presentazione Palio 16 agosto, il discorso di Ale Giorgini, designer e illustratore

Sono estremamente onorato e sinceramente molto emozionato di avere oggi il compito di presentare il
Drappellone realizzato da Riccardo Guasco. Oltre a essere un caro amico, Riccardo è un artista per
cui provo una stima infinita, quasi reverenziale. Riccardo Guasco è uno degli illustratori più conosciuti
e apprezzati a livello internazionale. Mi vanto di avere avuto più volte il privilegio di vederlo disegnare
dal vivo, lontano dai riflettori o dalle consegne stringenti: ogni volta che è successo, la cosa che mi ha
colpito di più, oltre alla naturalezza dei gesti, è la sua straordinaria capacità di fare apparire quello che
dovrebbe essere un compito complesso, ardito per molti, come un momento di pura leggerezza, di
gioia creativa e di naturale armonia. Ecco, credo che il Drappellone di Riccardo Guasco rappresenti il
suo approccio all’arte e la propria visione della vita: è la celebrazione della gioia, del divertimento,
dell’armonia e del colore. É un’immagine di festa, perchè il Palio, per citare il professor Duccio
Balestracci, è una Festa Italiana. Nel Drappellone disegnato da Riccardo Guasco i toni della sacralità
incontrano quelli popolari, in una relazione che lega divino e terreno, in una danza di colori che
richiamano i contrasti cromatici tra cielo e terra, il giallo e l’ocra del tufo, i colori brillanti delle bandiere
delle contrade e i caleidoscopici costumi di tamburini e alfieri. Nella parte superiore dell’opera,
l’Assunzione della Vergine in cielo: il volto di Maria coronato dal Sole è al centro della volta celeste in
cui sono raccolti i pianeti del sistema solare. La veste della Vergine diventa il cono di luce che illumina
la città di Siena, in quella che appare come una benedizione divina. La costruzione di linee e forme
diagonali accompagnano lo sguardo dalla dimensione sacra a quella terrena: la luce benedetta
illumina la Torre del Mangia e i palazzi adiacenti, fino a toccare il suolo di Piazza del Campo con la
sue classica forma. Al centro i cavalli, i grandi protagonisti della carriera: figure rigorose nella loro
statuarietà, ma allo stesso tempo fluide nel loro movimento, quasi scomposte nella dinamicità del
segno di Riccardo. Le figure equestri per un momento sembrano interrompere l’equilibrio di linee,
forme e luce, mettendo in risalto la dirompente fisicità e l’impeto della corsa, in quello che pare essere
il culmine della gara e che rappresenta l’agonismo della corsa. Nella parte inferiore dell’opera, gli
iconici barberi decorati con i colori delle contrade ruotano attorno a Piazza del Campo, generando una
sorta di eco visivo con la parte superiore del Drappellone, in quella che diventa una similitudine che
mette in relazione il Palio al sistema celeste, come elementi entrambi soggetti a cicli e correlati da
ricorrenti caratteristiche strutturali e simboliche. Chiudo citando le parole di Alessandro Falassi delle
quali il Drappellone di Riccardo Guasco sembra essere una puntuale traduzione in segno: “Il Palio di
Siena non è una corsa di cavalli. È una festa che è stata molte feste, è il rito di una città e la memoria
storica di una civiltà della quale due volte l’anno mette in scena la concezione del mondo”.

Ale Giorgini
Designer e illustratore

 

 

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