Il trittico di Andrea di Bartolo ritorna in Pinacoteca
Presentato il dipinto restaurato, che sarà visibile in una sala dedicata della Pinacoteca
É stato presentato stamani il trittico “Madonna con bambino e Santi”, a tempera e oro su tavola, di Andrea
di Bartolo nuovamente visibile dal 14 marzo alla Pinacoteca Nazionale di Siena: il dipinto è rientrato a
seguito di un intervento di restauro eseguito grazie al lascito del Professor Michele Cantucci, già
ordinario di diritto amministrativo nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Siena, e al contributo di
Inner Wheel Club Siena Fonte Gaia.
Tra i pittori che animarono la scena artistica di Siena nei decenni di transizione tra il Trecento e il
Quattrocento, Andrea di Bartolo occupa una posizione di rilievo, come dimostrano le numerose e
prestigiose commissioni che lo coinvolsero. Il pittore, documentato a Siena dal 1389 al 1428, fu erede e
continuatore della bottega del padre Bartolo di Fredi, del quale assimilò lo stile, caratterizzato da un
linguaggio gotico ispirato all’arte di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti: un lessico che contribuì a
diffondere anche oltre i confini della città, arricchendolo di una certa vena narrativa. Fu solo dopo la morte
del padre, nel 1410, che lo stile di Andrea subì l’influenza di artisti come Spinello Aretino e Taddeo di
Bartolo, attivi in quel periodo a Siena.
Il trittico, raffigurante la Madonna in trono con il Bambino e i Santi Giovanni Evangelista(?) e Giacomo
Maggiore, venne probabilmente realizzato ancora nel corso del Trecento. L’attribuzione ad Andrea di
Bartolo è stata unanimemente accettata dalla critica del Novecento. Del dipinto, citato negli inventari
dell’Istituto di Belle Arti fin dal 1842, non si conosce la collocazione originaria.
L’opera testimonia un momento dell’attività del pittore in cui lo stile è ancora profondamente legato
all’eredità del padre, del quale si percepisce l’influsso nella figura centrale della Madonna con il Bambino,
soprattutto per la delicatezza e l’eleganza del volto femminile. I due santi laterali, invece, appaiono
caratterizzati da una minore intensità espressiva.
Il trittico mostrava diverse patologie di degrado e significativi segni del passaggio del tempo. L’intervento
di restauro, eseguito da Monica Mancini, ha riguardato le puliture selettive e le integrazioni delle lacune,
realizzate con un approccio non invasivo, rispettando la storia e la materia dell’opera.
L’intervento è stato più estetico che di salvataggio: è riuscito a rivelare le qualità dell’opera che erano
offuscate dalla mancanza di chiarezza, ridando vita ai colori, pur accettando i segni del tempo nella volontà
di lasciare la lacuna provocata dalla bruciatura della candela.
“Si è trattato di un’operazione importante – commenta il Direttore della Pinacoteca Nazionale di Siena Axel
Hémery – in cui la collaborazione fra diverse realtà ha prodotto un risultato di assoluto interesse, regalando
alla Pinacoteca e ai visitatori un’opera con una leggibilità sensibilmente migliorata che vogliamo
evidenziare esponendola, per un periodo, in una sala dedicata. Il nostro ringraziamento va agli eredi del
Professor Michele Cantucci e all’ Inner Wheel Fonte Gaia, che hanno deciso di finanziare il restauro di
Monica Mancini.
