Provincia di Siena, Pienza: – Il “ritorno a casa” del San Luca di Pietro Lorenzetti accompagnato da un partecipato evento

Operazione culturale per i 20 anni del riconoscimento dell’UNESCO alla
Valdorcia
Il San Luca di Pietro Lorenzetti è tornato a casa: grande evento a
Monticchiello
Il 10 aprile i Comuni della Val d’Orcia a Roma per ampliare le aree di
garanzia “visiva”
Impegno della Regione Toscana per una grande mostra a Pienza, su Pietro
Lorenzetti

Il ritrovamento e il recupero al patrimonio pubblico di un piccolo,
preziosissimo capolavoro, una tavoletta su cui è effigiato San Luca,
opera trecentesca di Pietro Lorenzetti, come simbolo dell’attaccamento
di una comunità alle proprie radici culturali e allo stesso tempo di
apertura verso i valori universali della conoscenza, dell’arte, che sono
portatori di pace e dunque perfettamente coerenti con gli obiettivi
dell’UNESCO.

Può essere questa una chiave per cogliere il senso dell’iniziativa “Ad
terram suam. Il San Luca di Pietro Lorenzetti a Monticchiello”
organizzata dal Comune di Pienza e svoltasi nella Chiesa dei S.S.
Leonardo e Cristoforo del borgo medievale fortificato, nell’ambito del
programma per i venti anni del riconoscimento UNESCO al paesaggio
culturale della Val d’Orcia, patrimonio mondiale dell’umanità.

La rilevanza dell’avvenimento è testimoniata dallo spessore dei relatori
e degli ospiti intervenuti per dare il proprio contributo ad un intenso
dibattito, che non ha mai perso il tono festoso del “ritorno a casa”, a
partire dal Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e dal
Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Vescovo di
Montepulciano-Chiusi-Pienza. E anche la risposta del pubblico, che ha
realmente affollato l’imponente pieve duecentesca e ha seguito con
attenzione il dibattito, è un segno della riuscita dell’iniziativa.

Come è noto, la piccola tavola triangolare a fondo oro, raffigurante
l’Evangelista San Luca a mezzo busto, è stata identificata come una
delle cuspidi del polittico che il giovane Pietro Lorenzetti destinò,
nel secondo decennio del Trecento, alla Chiesa di Monticchiello. Nel
corso dei secoli quell’antica pala d’altare è andata smembrata, solo la
Madonna col Bambino si conserva nel Museo Diocesano di Pienza, ovvero
nella sua terra d’origine, se non di destinazione, per intuibili motivi
di sicurezza.
Quando, grazie al riconoscimento effettuato dallo storico dell’arte
Gabriele Fattorini, il Comune di Pienza ha avuto la notizia che il San
Luca era disponibile sul mercato antiquario, ha avviato l’operazione
necessaria per acquisire l’opera, resa possibile dall’intervento di due
sponsor privati, Fabbrica e Gruppo Distribuzione Italia, che hanno
partecipato ad un bando superiore a 120.000 Euro. Il contratto si è
perfezionato nel 2024 e, dopo un’anteprima alla Biennale Antiquaria di
Firenze, l’evento di Monticchiello ha rappresentato la prima vera uscita
pubblica della preziosa tavola.

Così, con il dipinto ben in vista sull’altare, che ha irradiato
costantemente una luce dorata, riflettendo i raggi del sole che
penetravano attraverso i finestroni, si è dipanato un dibattito che,
dall’arte, si è diffuso all’attualità.

Il Sindaco di Pienza, Manolo Garosi, ha sottolineato la volontà politica
della sua Amministrazione di rendere pubblica, visibile, un’opera d’arte
importante perché ha sue radici su questo territorio e può fare da filo
conduttore per i 20 anni del riconoscimento UNESCO, avendo Pietro
Lorenzetti lavorato non solo a Pienza ma anche in altri Comuni
dell’area. Garosi ha poi ribadito l’importanza che Pietro e Ambrogio
Lorenzetti hanno attribuito al paesaggio, rendendolo elemento
indispensabile per il “Buon Governo”.

Il Presidente Giani, anche a nome delle Consigliere Anna Paris e Elena
Rosignoli, presenti all’evento, ha detto che Pienza dà il senso di
quello che la Toscana rappresenta nel mondo e ha poi manifestato la
disponibilità della Regione Toscana ad impegnarsi per ottenere in
prestito tutti gli altri elementi del polittico di Monticchiello, al
fine di allestire una grande mostra, nel luogo dove è stato concepito e
realizzato.

Il Cardinale Lojudice ha parlato di “una piccola opera che dà voce al
territorio” e, sottolineando che per alcuni secoli la maggior parte
delle opere d’arte avuto carattere religioso, ha detto che “questo è un
patrimonio che appartiene a tutti, al di là della fede professata, e ha
costruito una tradizione che è anche europea. Dunque la fede – ha
concluso il Vescovo – è un perno non solo dell’esistenza umana ma anche
della storia”.

Luca Rossi, Sindaco di Castiglione d’Orcia, Comune capofila delle
iniziative per il ventennale UNESCO, ha compiuto un’approfondita e
franca disamina delle qualità ma anche dei problemi del territorio e ha
annunciato, per il 10 aprile, un incontro con il Ministero della Cultura
per discutere l’allargamento delle cosiddette “buffer zone” circostanti
il sito UNESCO, al fine di proteggerlo dai “coni” che aprirebbero la
visione di impianti fotovoltaici.
Da Giampietro Colombini, Presidente della Fondazione San Carlo Borromeo
di Pienza ma che in qualità di Assessore alla Cultura ha avviato e
portato a termine l’operazione-Lorenzetti, è giunto un forte richiamo
alle Istituzioni pubbliche, alla struttura ecclesiastica, agli operatori
turistici e commerciali, a compiere uno sforzo per sostenere la cultura:
i piccoli Comuni, le associazioni, i cittadini non bastano più da soli,
ci vuole un maggior impegno da parte di chi ha competenze, mezzi, strumenti.

Di grande interesse anche i contributi di Stefano Di Bello, per Opera
Laboratori, e degli sponsor Fabbrica, per voce del titolare,
l’imprenditore e manager svizzero Philippe Bertherat, e Gruppo
Distribuzione Italia, rappresentato da Stefano Carnevali.

Appassionante come un romanzo il racconto del Prof. Gabriele Fattorini,
storico dell’arte e direttore del Museo Diocesano di Pienza, che ha
ripercorso le fasi dell’individuazione dell’opera e ha poi narrato le
vicende del Polittico di Lorenzetti. Axel Hemery, Direttore della
Pinacoteca di Siena, museo nazionale, ha detto che quella raccolta, che
oggi ospita alcuni tra i maggiori capolavori del Trecento senese, nasce
proprio dalla volontà di riportare le opere dei Maestri nei luoghi
d’origine. Infine, Carolina Taddei, coordinatrice della Fondazione Musei
Senesi, ha illustrato con molta chiarezza il percorso e gli obiettivi
dell’UNESCO, definendo “un miracolo l’essere qui, oggi, a riconoscere il
valore di un’opera d’arte, in un’epoca così travagliata”.

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