
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento a Cessapalombo (MC), in occasione dell’avvio dei lavori della SS 502-SS 78 Belforte del Chienti-Sarnano (II stralcio).
Buongiorno a tutti, grazie di essere qui, grazie della vostra presenza.
Ringrazio chi mi ha preceduto, ringrazio il Presidente Acquaroli anche per le belle parole che ha detto, ringrazio il Sindaco Feliciotti, il Commissario Soccodato, l’Amministratore delegato di Anas, Gemme, ringrazio le tante Autorità, i tanti Sindaci che vedo qui, ringrazio il Presidente Pecoraro, il Commissario Castelli, l’assessore Baldelli, il Presidente Parcaroli, il prefetto Signer. Credo che anche questa presenza istituzionale racconti qualcosa di questa giornata.
Diceva il Presidente Acquaroli che questa è una giornata storica per le Marche. Noi utilizziamo spesso in politica il termine “storico” e confesso che spesso forse viene utilizzato a sproposito, non è questo il caso. Il caso della giornata di oggi è il caso di una giornata storica, è il caso banalmente di una giornata che può cambiare il destino di questo territorio, di questa regione del centro Italia nel suo complesso, con un’infrastruttura che è fondamentale, che è sempre stata attesa da questo territorio. Io confesso che quando il Presidente Acquaroli per la prima volta mi ha parlato del progetto della Pedemontana, mi ha mostrato le mappe, mi ha raccontato anche più nel dettaglio i problemi, le carenze infrastrutturali di questa Regione, che è sempre stata per me qualcosa di incredibile. È incredibile che una Regione che si trova esattamente al centro d’Italia abbia i problemi di isolamento che le Marche hanno avuto per decenni. Ma a questo si aggiunge anche un sistema di viabilità, un sistema infrastrutturale, che ha condizionato la vita delle imprese, la vita dei lavoratori, la vita dei cittadini.
Il sistema viario regionale – costruito su quel sistema a pettine che parte dall’autostrada A14 sulla costa adriatica, si sviluppa verso l’entroterra seguendo le direttrici delle quattro superstrade che attraversano le Marche – ha caratterizzato moltissimo lo sviluppo di questa Regione, le sue potenzialità, cioè ha creato un sistema a compartimenti stagni, un sistema nel quale c’era difficoltà tra le valli dell’entroterra marchigiano che non riuscivano a dialogare come avrebbero potuto dal punto di vista economico, dal punto di vista sociale, dal punto di vista industriale, dal punto di vista sanitario. Perché non esisteva, non esiste un’infrastruttura dell’entroterra che potesse collegarle longitudinalmente le une con le altre, come invece fa l’adriatica per le città che si trovano sulla costa marchigiana.
Da questa necessità, da questa consapevolezza nasce l’idea della Pedemontana delle Marche. Diceva il Presidente Acquaroli, è stata un’opera quasi visionaria, non era facile convincere qualcuno a realizzarla. Guardate, le cose di buonsenso secondo me sono cose di buonsenso, punto primo. Punto secondo, questa Nazione deve capire che deve tornare a pensare in grande. E quello di grande che va fatto per consentire a questa Nazione di tornare dove merita di stare, si cerca di fare del proprio meglio per realizzarlo. Quindi parliamo di un progetto estremamente strategico del quale si è a lungo parlato, nel quale noi abbiamo creduto, – Regione Marche, Governo Nazionale – abbiamo lavorato insieme per costruire una visione unitaria anche con i Sindaci, con i Comuni, con le comunità territoriali che chiaramente bisogna continuare ad ascoltare.
Ovviamente abbiamo lavorato per individuare le risorse necessarie, che non sono secondarie su un progetto di questo tipo, e per avviare i cantieri. Come quello che prende via oggi, il via oggi che segna l’avvio della realizzazione del tratto meridionale, del tratto sud della Pedemontana, cioè il tratto che in futuro collegherà da Nord a Sud le province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, con la possibilità anche di connettersi a Teramo, quindi all’Abruzzo, oltre che a Roma, oltre che a Spoleto. Quindi capite quanto l’infrastruttura metta al centro questo territorio. Gli obiettivi che noi vogliamo raggiungere sono fondamentalmente due, il primo è chiaramente continuare a lavorare per tirare fuori le Marche da un isolamento infrastrutturale che è totalmente insensato per la sua collocazione geografica e che, come dicevo, ha a lungo condizionato le potenzialità di una Regione abituata ad essere operosa, abituata ad avere persone che si rimboccano le maniche, che sanno, nonostante gli ostacoli, lavorare, andare avanti, costruire.
Raccontavo ad Ancona che semplicemente il Made in Italy italiano non esisterebbe se non ci fosse la Regione Marche, ci dobbiamo dire la verità, quindi parliamo di un territorio che sa fare, che sa fare tanto, che sa difendere l’identità italiana nella sua capacità di costruire.
E quindi noi vogliamo accorciare le distanze, ridurre il traffico, ridurre i tempi di percorrenza, unire territori, persone, economia, offrire opportunità. E l’opportunità di base è quella di poter competere avendo tutti gli strumenti necessari per farlo. Non si tratta di dare risorse alle aziende perché possano sopravvivere, si tratta di consentire alle aziende che fanno dei prodotti straordinari di poter facilmente trasportare quei prodotti, di poterli più facilmente esportare, cioè di avere le condizioni di base per dimostrare il loro vantaggio e il loro valore. E chiaramente dare a ognuno, a ogni marchigiano, ovunque abiti, pari opportunità di mobilità, pari opportunità di lavoro, pari opportunità di servizi.
Il secondo obiettivo è stato citato in diversi interventi, contribuire alla rinascita economica e sociale di tutto l’Appennino centrale, devastato dalla terribile sequenza sismica che è iniziata alle 3.36 del mattino del 24 agosto 2016 e si è protratto poi nei mesi successivi. Un terremoto, lo sapete meglio di me, che ha interessato un terzo del territorio marchigiano. La Pedemontana è infatti anche uno dei tasselli di una strategia che il Governo ha messo in campo che è molto più ampia della infrastruttura in sé, per imprimere un cambio di passo deciso nella ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016. Uno dei pilastri di questa azione è stato citato dal Commissario Soccodato, se non vado errata, e voglio ringraziare il Commissario Castelli per l’impegno e per la determinazione con la quale si sta dedicando a questo lavoro. E’ dicevo, il programma di vita, cioè il Piano disegnato dal Governo per ammodernare, per potenziare l’intero sistema infrastrutturale delle aree appenniniche interne e del cratere sismico, è un intervento imponente che coinvolge le quattro Regioni del cratere, prevede complessivamente, come si diceva, 40 interventi, mobilita investimenti per oltre 3 miliardi di euro, e si somma al Piano da oltre 2 miliardi e 200 milioni di euro che è specificamente dedicato al potenziamento della Salaria del quale si occupa invece il Commissario Soccodato.
Chiaramente, senza infrastrutture non c’è sviluppo, non c’è crescita economica, non c’è rigenerazione sociale, per questo grande attenzione abbiamo rivolto al tema delle infrastrutture, per dare risposte ai territori che come diceva correttamente Presidente Acquaroli, già prima del terremoto avevano i problemi che sono tipicamente legati alle aree interne: la crisi demografica, la fragilità idrogeologica. Oggi il cratere sismico è il cantiere più grande d’Europa, 8.000 km quadrati di superficie, 28 miliardi di euro di danni da ripristinare. E, in questo cantiere, noi non vogliamo semplicemente ricostruire le case, gli edifici pubblici, le chiese, le fabbriche, che chiaramente è importantissimo. Si deve ricostruire la vita di una intera comunità, si deve ricostruire il tessuto sociale.
Anche qui cerchiamo di fare la nostra parte. Voi conoscete la strategia Next Appennino che è coordinata dalla Struttura commissariale Sisma 2016, ma siamo tutti consapevoli che è un cammino che richiede tempo e energie, purtroppo non sempre coincidenti con le legittime aspettative di chi nove anni fa ha perso tutto. Però io penso che si possa dire con un pizzico di soddisfazione che, dopo molti rinvii, dopo molte false partenze, la ricostruzione ha finalmente subito una decisa accelerazione.
Molto è stato fatto, moltissimo rimane da fare per rispondere al desiderio di chi è nato e cresciuto in questi luoghi, di chi è rimasto qui. E sposo totalmente le parole del Presidente della Regione Acquaroli: per tanti è stata davvero una scelta d’amore, una scelta solo d’amore, contro ogni interesse, contro ogni – se vogliamo – razionalità, però è anche lo spirito della gente che vive questa Regione, è anche lo spirito di una Regione che – come dicevo – è capace, operosa, abituata a rimboccarsi le maniche.
Oggi, a queste persone che sono rimaste non basta dire grazie, bisogna dire grazie con fatti concreti, bisogna dire grazie aiutando, con tutti gli strumenti che noi abbiamo, a ricostruire il tessuto culturale e sociale di questi territori, e anche per dare una speranza a chi invece si è allontanato, ma in fin dei conti vuole tornare indietro. E noi faremo tutto quello che possiamo per riportare indietro anche queste persone a vivere, operare, lavorare, creare ricchezza in questo territorio.
E dimostreremo così l’attenzione che abbiamo per questa Regione, una regione molto particolare che tanto ha dato a questa Nazione, che tanto può ancora dare. Per quello che riguarda noi, come dicevo, la sfida per una Regione come questa a maggior ragione non è una sfida legata all’assistenza, è una sfida legata alla capacità di mettere questo territorio nella condizione di competere avendo gli strumenti dei quali ha bisogno.
Stamattina abbiamo portato un altro strumento che non vale solamente per questo territorio, vale per tutta la Regione Marche: abbiamo annunciato che nel Consiglio dei Ministri di oggi noi approveremo una norma che consente anche a tutta la Regione Marche, alle sue aziende di utilizzare la Zona Economica Speciale. Varrà per le Marche, varrà anche per l’Umbria – cioè, stiamo lavorando sulle Regioni in transizione. Abbiamo combattuto anche come sapete a livello europeo, ma quello che abbiamo visto nel mezzogiorno d’Italia con l’attivazione della Zona Economica Speciale è stato straordinario.
Qualche giorno fa il Presidente di Confindustria e il Presidente di European House Ambrosetti raccontavano dei dati dal punto di vista delle aziende, che raccontano come nel Mezzogiorno d’Italia, grazie alla ZES, dal primo gennaio del 2024 siano stati creati circa 35.000 posti di lavoro, ogni euro investito con la ZES produce un altro 1,6 euro di indotto. E oggi siamo in grado di allargare questo strumento anche a questo territorio e io so – l’ho già detto ad Ancona, lo ripeto anche qui -, sono certa che i marchigiani sapranno utilizzare molto bene questo strumento.
Grazie.
