Palio di Asti, Alba correrà al Palio di Asti? Rasero: “E’ un’opportunità che dovrebbe essere colta”»

Alba correrà il Palio di Asti? «Non sta a me deciderlo, il Palio è una cosa seria. Ma è un’opportunità che dovrebbe essere colta». Lo ha affermato il sindaco di Asti Maurizio Rasero, accolto nella capitale delle Langhe per ricevere il titolo di «Amico di Alba» dalla Giostra delle Cento Torri (che riunisce i nove borghi cittadini), rispondendo alla richiesta del presidente, l’europarlamentare Alberto Cirio.

 

Suggestiva cerimonia in abiti medievali con Rasero e Cirio nelle vesti del Podestà e figuranti al seguito che ha gettato le basi su un nuovo fronte di riflessione sul futuro di due territori che hanno appena costruito un’alleanza nel segno del turismo con la costituzione di un’Atl unica. Si riaprono così le pagine di storia che portano a ricordare ciò che avvenne nel 1275, quando gli astigiani corsero un Palio lungo le mura di Alba assediata per manifestare la propria supremazia, dopo aver occupato il Monastero di San Frontiniano e gli albesi risposero organizzando per beffa un proprio palio cittadino dove a correre, invece dei cavalli, furono gli asini. Argomento che ufficialmente non è ancora stato affrontato in consiglio del palio. La maggior parte dei rettori non sembra comunque propenso al nuovo ingresso.

 

«Capisco e condivido l’opportunità di collaborare per promuovere comunicare un territorio, aprire però ad Alba la partecipazione al Palio mi sembra un azzardo – dice Giovanni Spandonaro, rettore di Torretta – in un momento in cui tra l’altro si sta ragionando su un palio degli Astigiani». Per Marco Scassa, Don Bosco: «Favorevole ad unire le forze dal punto di vista turistico e commerciale – concorda Marco Scassa – la partecipazione al Palio non mi trova d’accordo. Dal punto di vista storico tra l’altro la corsa nasce proprio da un momento di “sbeffeggiamento” nei confronti degli albesi». «Contrario come lo è sempre stato il nostro comitato – aggiunge Silvano Ghia, San Paolo – sono per un palio astigiano, comprendo i comuni ma non condivido l’ingresso di una città come Alba, ci sarebbe comunque una disparità notevole di prerogative e velleità». «Da una parte si vogliono togliere i comuni, dall’altra aleggia la possibilità di un nuovo ingresso – commenta Filippo Raimondo, rettore del comune di Moncalvo che si è aggiudicato l’ultimo drappo – se ne può parlare, l’importante è che si ragioni sui 21 e non sia a discapito dei comuni».

Fonte: https://www.lastampa.it

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