Siena:Domani 26/11 “Besprizornye. Bambini randagi nella Russia sovietica (1917-1935)” ospiti insieme a Luciano Mecacci del “Martedi’ senese”

Bambini che mendicavano, rubavano, si prostituivano, si drogavano, uccidevano, torturavano ed erano torturati. Un mondo di vagabondi che si muoveva senza adulti: questa la fotografia scattata da Luciano Mecacci nel suo libro “Besprizornye. Bambini randagi nella Russia sovietica (1917-1935)” (ed. Adelphi 2019) e che verrà raccontata, descritta, ripercorsa dall’autore stesso insieme al presidente del CdA Raffaele Ascheri,domani 26/11 alle 17.30 nella sala storica della Biblioteca Comunale degli Intronati (via della Sapienza, 5). Grazie a testimonianze dirette e documenti dell’epoca spesso trascurati, Mecacci ci offre una ricostruzione completa anche dall’interno, calandosi – e calandoci – nell’abisso umano dei protagonisti di vicende che possono sembrare, oggi, semplicemente inverosimili. Tra gli orrori di cui la storia del Novecento è stata prodiga, pochi sono paragonabili alla condizione dei besprizornye, come venivano chiamati nella Russia postrivoluzionaria gli innumerevoli bambini e ragazzini rimasti orfani in seguito alla guerra, alla guerra civile o alla carestia. Stimati tra i sei e i sette milioni nel 1922, sporchi, vestiti di stracci, vagavano da soli o in gruppi per le città e le campagne in cerca di cibo, spostandosi nel paese aggrappati alle balestre sotto i vagoni dei treni, trovando riparo dal gelo negli scantinati delle stazioni o dentro i cassonetti, spinti dalla fame a un crescendo di aggressività e violenza che arrivava fino al cannibalismo. Né potevano offrire un’alternativa a quella vita gli orfanotrofi pubblici: strutture, in tutto simili ai lager dove bambini scheletrici giacevano ammassati in condizioni spaventose. E se negli anni Venti il problema viene studiato sul piano sociale, politico, giudiziario, psicologico ed educativo, in seguito saranno imposti il silenzio e la censura da parte di uno Stato che non può certo ammettere un simile sfacelo nel ‘paradiso’ della società sovietica. Negli ultimi trent’anni il fenomeno è tornato oggetto di analisi e rigorose ricerche storiche.

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Siena

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